Intervista al Dott. Antonio Bruno: Il determinismo strutturale e la critica al concetto di causalità secondo Maturana
Intervista al Dott. Antonio Bruno: Il determinismo strutturale e la critica al concetto di causalità secondo Maturana
Intervistatore: Buongiorno Dott. Bruno, grazie per essere con noi oggi. Il tema di questa intervista è il determinismo strutturale, una teoria sviluppata dal biologo e filosofo cileno Humberto Maturana. Può spiegarci cos’è il determinismo strutturale e come si differenzia dal concetto tradizionale di causalità?
Dott. Antonio Bruno: Buongiorno, è un piacere essere qui. Il determinismo strutturale di Maturana si basa sull’idea che il comportamento di un sistema, sia esso vivente o inanimato, è interamente determinato dalla sua struttura interna, ovvero dalle sue componenti e dalle relazioni tra di esse. Questo significa che ogni unità può interagire con l’ambiente solo in base alle possibilità offerte dalla propria struttura. Maturana afferma quindi che non esiste un vero e proprio concetto di causalità come lo intendiamo comunemente, in cui un evento A causa direttamente un effetto B. Piuttosto, ciò che accade è che un evento esterno seleziona tra le possibili risposte che la struttura di un sistema può produrre. È un concetto diverso rispetto alla causalità lineare che si trova, ad esempio, nella fisica newtoniana.
Intervistatore: Come si collega questo rifiuto della causalità all’affermazione che il mondo è strutturalmente determinato?
Dott. Antonio Bruno: La posizione di Maturana è che tutto nel nostro universo, vivente o non vivente, è determinato dalla propria struttura. La struttura di un sistema determina come esso può interagire con altri sistemi o eventi nel suo ambiente. Maturana rifiuta l’idea che un oggetto o un sistema possa essere influenzato o "istruito" in maniera unilaterale da forze esterne, come succedeva nella visione meccanicistica di Newton. Le forze esterne non prescrivono cosa accadrà, ma rappresentano semplicemente occasioni in cui un sistema può manifestare il proprio comportamento, che è già preordinato dalla sua struttura.
Intervistatore: Maturana quindi non riconosce la causalità come solitamente la intendiamo. Cosa significa questo rifiuto per la nostra comprensione del mondo e delle nostre azioni?
Dott. Antonio Bruno: Esattamente. Maturana sostiene che la causalità è una costruzione epistemologica che noi, come osservatori, applichiamo per descrivere il mondo, ma che non riflette la realtà dei fenomeni. Quando parliamo di causalità, in realtà descriviamo interazioni strutturali in cui l’ambiente seleziona una risposta che è già potenzialmente presente nella struttura di un sistema. Questo ha profonde implicazioni per la nostra comprensione del mondo, perché ci obbliga a rivedere il modo in cui pensiamo alle nostre azioni. Le nostre interazioni con il mondo, ad esempio, non sono mai il risultato di una semplice causa-effetto lineare, ma piuttosto di un adattamento reciproco.
Intervistatore: Questo è un concetto affascinante. In che modo si applica ai sistemi viventi e in particolare alle relazioni umane?
Dott. Antonio Bruno: Nei sistemi viventi, il determinismo strutturale è particolarmente evidente perché i sistemi viventi sono dinamici e continuamente in evoluzione. Prendiamo, ad esempio, il comportamento umano: le nostre risposte agli stimoli non sono determinate in modo rigido dagli eventi esterni, ma dalla nostra struttura interna, che include la nostra biologia, psicologia e storia personale. Questo è particolarmente rilevante nelle relazioni umane. Maturana ci invita a pensare che, per esempio, l’educazione di un bambino non è il risultato diretto delle tecniche educative applicate dalla madre, ma dipende dalla struttura del bambino stesso, dalle sue inclinazioni e dalla sua personalità. Perciò, ogni bambino reagisce in modo diverso, e l’approccio della madre deve adattarsi di conseguenza.
Intervistatore: Questa visione sembra ricollegarsi anche al concetto di adattamento, giusto?
Dott. Antonio Bruno: Assolutamente. Tutte le interazioni sono processi di adattamento reciproco. Quando un adulto cammina, per esempio, si adatta alla forza di gravità. Analogamente, quando interagiamo con altre persone o con l’ambiente, dobbiamo adattare la nostra struttura alle condizioni che incontriamo. Questo vale non solo per il comportamento fisico, ma anche per quello mentale ed emotivo. Ad esempio, una terapia che funziona con un paziente può fallire con un altro proprio perché la struttura di ogni individuo è diversa. Maturana ci mostra che il successo in qualunque tipo di interazione dipende dalla compatibilità tra le strutture delle entità coinvolte.
Intervistatore: Quali sono, secondo lei, le implicazioni di questa teoria sul modo in cui intendiamo la scienza e il progresso scientifico?
Dott. Antonio Bruno: L’idea di Maturana sfida alcune delle nozioni tradizionali della scienza, in particolare il concetto di causalità lineare. Tuttavia, egli non rifiuta il determinismo, anzi, lo eleva a una legge fondamentale della scienza, affermando che senza una qualche forma di determinismo strutturale, la scienza stessa non potrebbe esistere. La scienza funziona perché presuppone che ci sia un ordine nel mondo, e questo ordine deriva dalla struttura delle cose. Le leggi scientifiche, in questa ottica, non spiegano causalmente i fenomeni, ma descrivono come le strutture si comportano in determinate circostanze.
Intervistatore: È una prospettiva molto interessante. Bateson, a quanto pare, ha lavorato su idee simili. Come si relaziona il lavoro di Maturana a quello di Bateson?
Dott. Antonio Bruno: Sì, Bateson e Maturana condividono alcuni punti di vista, ma le loro conclusioni divergono in modo significativo. Bateson, pur accettando un certo determinismo, si è concentrato maggiormente su aspetti legati all’energia e alla comunicazione, parlando di «determinismo mentale» nei sistemi viventi. Maturana, invece, respinge esplicitamente alcune delle nozioni di Bateson, come quella di "codificazione". Per Bateson, le differenze sono importanti nel creare risposte in un sistema, mentre Maturana sostiene che non sono le differenze in sé a determinare le risposte, ma la struttura del sistema.
Intervistatore: Grazie per queste chiarificazioni, Dott. Bruno. In conclusione, come pensa che il determinismo strutturale di Maturana possa influenzare il nostro modo di interpretare la realtà quotidiana?
Dott. Antonio Bruno: Il determinismo strutturale ci offre una visione del mondo in cui tutte le interazioni sono il risultato di adattamenti strutturali. Questo significa che non possiamo forzare il mondo a comportarsi in un certo modo solo attraverso azioni dirette o forze esterne. Dobbiamo capire e rispettare la struttura delle cose con cui interagiamo. Ciò richiede un approccio più consapevole e flessibile nelle nostre azioni quotidiane, che potrebbe essere particolarmente utile nelle relazioni interpersonali, nell’educazione, nella terapia e persino nella tecnologia. In definitiva, il determinismo strutturale ci invita a riconsiderare la nostra idea di controllo e influenza sul mondo, focalizzandoci più sull’adattamento reciproco che sulla causalità lineare.
Intervistatore: Un pensiero davvero profondo. Grazie ancora per il suo tempo, Dott. Bruno, e per aver condiviso queste riflessioni.
Dott. Antonio Bruno: Grazie a voi, è stato un piacere!
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