Mia madre


 Quando dico che mia madre mi ha educato all’amore, dico che mi ha insegnato a vivere come un'apertura, come un grembo di accoglienza. È stato lì, nel suo amore, che mi sono potuto mostrare, apparire per quello che ero, come il germoglio che spinge la terra e si offre alla luce. Mi ha ascoltato con l’anima distesa, senza veli di pregiudizio o sovrastrutture che potessero interrompere la mia voce. L’amore che mi ha offerto è stato lo spazio in cui sono diventato: è stata la culla dove ho imparato a riflettere, la sua carezza che mi ha insegnato a chiedere, il suo sguardo limpido che mi ha dato il coraggio di scegliere.

Quando dico che mia madre mi ha educato amandomi, intendo che mi ha cresciuto nel modo più alto che un cuore possa immaginare, come solo l’amore sa fare, creandomi uno spazio in cui sentirmi al sicuro per apparire, per provare, per crescere. Mi ha detto la verità e ha aspettato con pazienza ogni mia domanda. Ha avuto il tempo per stare con me, per essere lì mentre scoprivo il mondo, con lo sguardo fresco di chi è ancora bambino.
Così, grazie al suo amore, sono diventato una persona che sceglie. Sento il potere di scegliere, di chiedermi cosa voglio davvero, se sono dove desidero essere. Porto in me il dono di interrogarmi: “Mi piace quello che dico di volere? Mi riempie il luogo in cui mi trovo?” Sono domande che nascono da quel grande spazio d’amore che mia madre ha creato per me. Lei, che mi ha educato amandomi, mi ha amato dandomi presenza e libertà, lasciandomi apparire, accogliendomi senza mai farmi sentire invisibile.
Perché amare, come mia madre ha fatto, è offrire un tempo gentile, uno spazio in cui divenire umani, un luogo in cui essere semplicemente e meravigliosamente sé stessi.

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