"Fumetti e Sogni: Un Viaggio nel Tempo"
"Fumetti e Sogni: Un Viaggio nel Tempo"
Se me l'avessero detto negli anni '70 che, nel terzo millennio, i fumetti sarebbero diventati solo un ricordo, avrei dato del pazzo a chi me lo diceva. E invece, guarda qui... i fumetti, che per tanti erano solo "roba per ragazzi", oggi stanno scomparendo. All'epoca, maestri, professori e soprattutto i genitori – ah, i genitori! – erano sempre contro: “Leggi un libro!” mi dicevano, ogni volta che mi trovavano immerso tra le pagine di Topolino o Zagor. Eppure, non era solo leggere... era guardare, sognare, perdersi in quelle vignette colorate.
Oggi, basta accendere la televisione o accedere a una di quelle piattaforme digitali per trovare tutto pronto, tutto servito. Non c'è spazio per l’immaginazione, perché, in fondo, è già tutto lì, già visto, già pronto per essere consumato. Ma negli anni '70, i sogni erano custoditi in quelle scatole di cartone piene di fumetti. Li tenevamo come piccoli tesori. E quante volte li scambiavamo con gli amici, rigorosamente in base al prezzo di copertina! Si facevano veri e propri affari: “Vuoi questo numero di Tex? Ok, io mi prendo Tiramolla e Intrepido”.
Leggevo di tutto, ma proprio di tutto: da Topolino a Lando, passando per Zora, Zagor, Intrepido e Monello. Oggi, in edicola, di fumetti non ne trovi quasi più. Forse giusto qualche Zerocalcare o qualche vignetta nei quotidiani. Il resto è andato, portato via dalla modernità, dalla velocità della vita di oggi.
Mi chiedo: ma è solo nostalgia? O forse è una precarietà di fondo che ci fa perdere anche quei piccoli piaceri, quei momenti di immaginazione che una volta ci facevano evadere? Siamo diventati consumatori veloci, tutto deve essere subito, tutto deve essere visto e dimenticato. Eppure, mi piace pensare che quei segni, quelle linee che si torcevano nelle vignette, non erano solo disegni. Erano immaginazione pura. Come quei segni sulle pareti delle caverne che i nostri antenati usavano per comunicare, per raccontare storie, per trasmettere emozioni.
Oggi, ho scritto queste righe grazie al Quotidiano di Lecce, che mi ha fatto emergere questo ricordo, questa riflessione. E mi piace pensare che, mentre leggi queste parole, anche tu stia risvegliando qualche immagine dentro di te, qualche ricordo legato a quei giorni in cui bastava un fumetto per farci sognare.
Antonio Bruno
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