"L'attimo che resta"
"L'attimo che resta"
È successo di nuovo, e quando succede non è mai lieve, non è mai senza strascichi. L'ultimo amore mi ha lasciata con le stesse parole di sempre, e me le sono sentite addosso come un vestito già provato e mai finito di cucire. "Sei troppo meravigliosa per me," ha detto, con la voce di chi si crede persuasivo e insieme colpevole. "Meriti di meglio." Ma quelle parole scivolano via come pioggia leggera, e mi lasciano addosso solo un freddo che non se ne va. Ancora una volta il mio cuore, così generoso, così ingenuo, è rimasto lì, a chiedersi se davvero, essere così, sia troppo.
Ma io non so fare altrimenti. Ci credo, ogni volta, al battito nuovo che accende un volto, alla promessa che germoglia, sottile, nelle parole del mattino. Mi dicono che sbaglio, che c'è una distanza necessaria da tenere, un'arte antica e crudele, fatta di silenzi studiati, di misteri costruiti apposta per sembrare irreali. Ma io, no, non so fingere, non so tessere il gioco che richiede pazienza e che sembra portare altrove, là dove io non so stare. Io sono lì, come un porto tranquillo, ad aspettare senza orpelli.
Pensate alla vita come un fiume, scorrendo su due rive opposte: da una parte il piacere, dall'altra il dolore. Si dice che la cosa migliore sia trovarsi esattamente nel mezzo, avanzando senza lasciarsi risucchiare da nessuna delle due correnti. Ma io sono sempre stata così: o mi aggrappo al piacere o mi lascio trafiggere dal dolore, anche se provo a mantenermi in equilibrio. Mi dico che questo è ciò che sono, la mia essenza, e che non ha senso mentire. La vita è troppo breve per disegnare un personaggio in cui non mi riconosco.
Il sesso, dicono, è la consolazione per chi non trova l'amore. Eppure, per me, il desiderio è molto più. È il desiderio a scandire il passo e a colorare l'attesa, è quel silenzio denso di non-detti che rimane sospeso e carico di cose inespresse. Il desiderio, quello vero, non ha bisogno di una promessa, ma vive di attimi rubati, di sguardi che passano e si soffermano un istante in più del necessario. E c'è un piacere sottile in tutto questo, una bellezza che avvolge come un filo invisibile e forte. Ti desidero, è vero, ma non è il desiderio del corpo soltanto; è come una brezza che solleva e trattiene il respiro, che resta a lungo, anche quando tutto il resto è andato.
E il respiro si fa corto e incerto, perché i momenti che ci tolgono il fiato sono pochi, e per questo ancora più preziosi. Quei momenti in cui ci si trova, davvero, e si sa che lì, in quel preciso istante, c’è tutto. Non so se sia chimica, questione di feromoni, o se sia un riconoscersi antico, che va oltre il tempo e oltre la carne. Ma è così che ti guardo, e tu lo sai. Siamo noi in quei sorrisi leggeri e perfetti, nati senza domande, senza spiegazioni.
E forse è così che accade: una volta nella vita, o forse due, il cuore decide di aprirsi senza riserve, di riconoscere nell’altro la propria parte mancante, e in quell’attimo breve e folgorante, l’anima trova la sua vera casa.
Antonio Bruno
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