La cura dell’invidia del ceto medio.


Il sociologo Giuseppe De Rita ha scritto su “La Repubblica” del 14 novembre 2018:
“Il ceto medio che sceglie i grillini odia la borghesia perché ne invidia il successo. Per questo se la prende con Monti o con la Fornero, loro sono quelli che avrebbero voluto essere». Questione di invidia? «Marx ha raccontato bene questo fenomeno. Lo ha definito proprio con due termini: livellamento e invidia'. E ha spiegato che questi due elementi finiscono per essere una delle cause che impediscono il salto sociale, il rancore blocca l'ascensore sociale.”
Ma cos’è l’invidia? Me lo sono chiesto.
L'invidia è il tipo di comportamento relazionale attraverso il quale ci si comporta in modo tale che si disdegna un altro e il proprio risentimento è determinato dal non possedere ciò che un altro invece possiede. Nell'invidia, la persona invidiosa non è al centro di se stessa, la persona invidiosa disprezza se stessa. E cos'è? Deriva dal possesso di talenti, storia e futuro della vita. La persona invidiosa è in uno spazio emotivo di risentimento che provoca insicurezza e rabbia. Nella nostra cultura spesso si parla di “sana” "invidia", tuttavia, come dominio del comportamento relazionale, l'invidia è caratterizzata da queste affermazioni: non mi piace, non sono soddisfatto di quello che sono e di come faccio quello che faccio. "Sei meraviglioso, guarda come ti vanno bene le cose, ma niente è uguale per me." L'emozione è di auto-svalutazione e mancanza di rispetto per se stessi. L’invidioso segretamente si dice queste parole inconfessabili "Per come sono io, non potrò mai realizzare quello che sei tu. Mi piacerebbe essere come te alla fine. "Vale la pena notare una differenza tra l'ammirazione di qualcun altro e l'invidia L'aspetto pubblicitario implica guardare l'altra o l'altro perché mi piace e sono sorpreso dal suo fare, dal suo modo di vivere, dalla sua bellezza, dal suo modo di generare il mondo in cui vive. Tuttavia l'invidia non è guardare l'altra o l'altro, piuttosto significa ignorare i propri talenti in una mancanza di rispetto per se stessi conseguenza dell'auto-svalutazione e dell'insicurezza, e fa tanto male perché la persona invidiosa versa in una lotta costante con se stessa.
Nell'invidia ci troviamo nel malessere psichico e corporeo che ci fa ammalare il corpo e l'anima. Non ci troviamo al centro di noi stessi.
"Stavo pensando a come viviamo e al modo in cui appare l'abuso, che viene realizzato a danno di persone deboli e indifese.
L’abusatore di quale senso di inferiorità soffre, di quale invidia? Perché l'aggressore deve sentirsi molto inferiore per approfittare di una piccola opportunità con una persona debole e indifesa, per sentirsi finalmente più potente di un altro "
L’invidia genera abusi sui deboli.
E’ consigliabile riflettere su questo “sentimento” o sarebbe meglio dire “risentimento” per riconquistare il centro di se stessi, amandosi e scongiurando quindi possibili abusi su persone più deboli e malattie del corpo e dell’anima.

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