26 novembre 2024
Ieri sono stato in Facoltà, non ci andavo da parecchio. Ho vissuto quegli incontri con gioia ma senza ricordi. Oggi ho riletto ciò che ho scritto 9 anni fa e non ho potuto fare a meno di osservare il mio essere completamente immerso nel qui e ora.
invece 9 anni fa:
Stamattina mi è venuto in mente il 1976. Succede così, all’improvviso: un'immagine, un odore, un passo. Ero lì, davanti alla facoltà, quella stessa facoltà che raggiungevo ogni lunedì a piedi dalla stazione di Bari Centrale. Le strade erano sempre le stesse: Viale Capruzzi, Via Lattanzio, la benzinaio Agip, e poi via Amendola fino all’ingresso. L’ingresso, capisci? Quello storico, centrale, con le due panchine addossate ai muri – che oggi non ci sono più.
E poi le aule. Matematica, fisica, chimica. Lunedì, martedì, mercoledì. Ci stavo pensando e mi sono fermato. Mi sono detto basta. Perché il 1976 non c’è più. E sì, le aule sono lì, i banchi pure, ma è adesso. È tutto adesso.
E in quel momento, proprio in quel momento, mi è venuto in mente mio padre. Oggi è il giorno in cui è morto, nel 2008. Ecco, mi ricordo quando mi accompagnava a Bari, per quella tesi. Una volta rimase chiuso in macchina, incastrato tra due auto. Per uscire distrusse il muso dell’Astra. Mia madre, come sempre, con quel suo modo di risolvere le cose: “Pino, vai tu con Antonio a Bari.” E mio padre andava, sempre.
Sono tutte immagini, capisci? Le ho addosso, nelle cellule, nel corpo. Sono una cosa buona, certo, ma non posso viverci dentro. Perché la vita è adesso. La mia vita è adesso.
Me lo scrisse Alexander Rose. Mi disse anche di guardare quel film, A.I. – Intelligenza artificiale. All’inizio non avevo capito, ma è sempre così: le cose succedono quando siamo pronti. E accadono solo in quell’istante, l’unico istante che esiste davvero: adesso.
Il finale del film, sai? È ambientato nell’anno 4125. Gli umani sono estinti, e i Mecha – robot evoluti – riescono a riattivare David, quel bambino-robot che voleva solo essere amato. Loro vogliono conoscere gli umani, perché noi non ci siamo più. Riescono a ricreare la madre di David, Monica, per un solo giorno. E in quel giorno, lui finalmente vive il suo sogno: essere con lei, essere amato. Poi si spegne, insieme a lei, felice.
Ecco, forse è questo che mi porto dentro stamattina. Non il 1976, non mio padre o quell’Astra distrutta. Ma la consapevolezza che tutto accade qui, adesso. E che in quell’“adesso” c’è già tutto quello che serve.
9 anni fa
E’ successo stamattina, le immagini del 1976, lo stesso bagno in cui andavo al mio arrivo in facoltà ogni lunedì......., a piedi dalla Stazione di Bari Centrale, poi Viale Capruzzi, Via Lattanzio e dalla Benzina Agip mi immettevo in Via Amendola sino all’ingresso della Facoltà.
L’ingresso dell’edificio centrale storico, le due panchine attaccate ai muri (adesso non ci sono più) e poi le aule per seguire Matematica, Fisica e Chimica (Lunedì Martedì e Mercoledì) …. Ma basta, mi
sono detto che quel 1976 non c’è più, le aule sono le stesse, i banchi anche, ma è adesso!
Già adesso.
Ed è così che mi sono diretto verso l’automobile e proprio oggi che è il giorno in cui nel 2008 morì mio padre mi è venuto in mente che rimase chiuso in macchina, lui mi accompagnava a Bari per le incombenze della tesi, e rimase incastrato tra una macchina e l’altra e per uscire distrusse il muso dell’Astra.
Mia madre che ancora una volta indicò a mio padre il da farsi: “Pino vai tu con Antonio a Bari”.
Immagini, tutte immagini nelle mie cellule, nel mio corpo. Una cosa buona, sono ricordi ma la vita è adesso, la mia vita è adesso.
Me lo scrisse "Alexander Rose" e mi consiglio di guardare A.I. - Intelligenza artificiale (A.I. Artificial Intelligence) che è un film del 2001 diretto da Steven Spielberg, basato su un progetto di Stanley Kubrick.
Quando me lo scrisse non capii, tutto era contenuto nel finale del film, avrei dovuto capire allora, ma è accaduto, come sempre, quando sono pronto, ed è accaduto nell’unico istante che è veramente reale: ADESSO.
Il finale del film si svolge nell'anno 4125, quando l'anfibicottero di David e Teddy viene recuperato da dei Mecha evoluti e dall'aspetto alieno, che hanno preso il posto degli umani, ormai estinti completamente. I Mecha evoluti riescono a riattivare David e Teddy semplicemente toccandoli, e ad ottenere dalle loro memorie informazioni sulla specie umana, che i discendenti Mecha non hanno mai conosciuto e con cui bramano di ricongiungersi. David raggiunge la statua della Fata Turchina, che collassa in mille pezzi quando la tocca. Usando un ologramma a forma di Fata Turchina, i Mecha evoluti spiegano a David che è impossibile renderlo un bambino vero. Tuttavia le speranze non sono finite: usando il DNA di Monica contenuto in una ciocca di capelli che Teddy ha conservato, i Mecha evoluti possono clonare la donna e inserire le memorie di Monica nella mente della donna clonata, cosa che le permetterà di rivivere solo per un giorno.
Dopo millenni di immenso dolore, David ritrova la sua mamma che lo ama, con la quale trascorre un giorno felicissimo per poi spegnersi lietamente, questa volta per sempre, insieme a lei.
San Cesario di Lecce 26 novembre 2015
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