L’alessitimia del Salento di fronte alla responsabilità europea di Raffaele Fitto

 L’alessitimia del Salento di fronte alla responsabilità europea di Raffaele Fitto

La recente conferma di Raffaele Fitto come Vicepresidente esecutivo della Commissione europea rappresenta un evento di grande rilievo per l’Italia e per il suo ruolo strategico in Europa. Fitto, politico salentino di lungo corso, si trova ora a gestire un portafoglio di deleghe cruciali per il futuro del continente: agricoltura, pesca, economia del mare, trasporti e turismo. Eppure, a fronte dell’importanza del traguardo raggiunto, emerge un atteggiamento sorprendentemente distaccato da parte della comunità salentina, quasi incapace di riconoscere l’entità della responsabilità affidata a uno dei suoi esponenti più illustri.

Questo fenomeno potrebbe essere descritto con il termine alessitimia sociale, una condizione che, mutuando il significato psicologico del termine, indica l’incapacità collettiva di identificare, esprimere e vivere pienamente le emozioni connesse a un evento significativo. Nella psicologia clinica, l’alessitimia è definita come una difficoltà a identificare e descrivere i propri stati emotivi, spesso associata a una bassa consapevolezza emotiva e una ridotta capacità di empatia (Taylor, Bagby & Parker, 1997). Trasposta in ambito sociale, essa potrebbe descrivere l’apatia o l’indifferenza che una comunità dimostra verso eventi che, se opportunamente riconosciuti, potrebbero costituire motivo di orgoglio e coesione.

La centralità del ruolo di Fitto

La nomina di Fitto è una vittoria che trascende il colore politico e si configura come un successo nazionale. Essa riafferma la centralità dell’Italia in Europa, un posizionamento di cui il nostro Paese, con la sua seconda manifattura e terza economia continentale, ha urgente bisogno per affrontare le sfide globali. Deleghe come agricoltura e pesca, vitali per il tessuto economico salentino, e trasporti e turismo, pilastri del rilancio economico post-pandemico, offrono opportunità uniche per il territorio.

Tuttavia, queste prospettive sembrano passare inosservate o, peggio, sottovalutate nel Salento, dove il traguardo raggiunto da Fitto è accolto con scarso entusiasmo. La mancata percezione dell’importanza di tale ruolo potrebbe derivare da una combinazione di fattori, tra cui la disillusione nei confronti della politica e una storica difficoltà del territorio a riconoscere e valorizzare i propri talenti su scala nazionale e internazionale.

Le radici culturali dell’apatia

Il fenomeno dell’alessitimia sociale non è nuovo nel contesto salentino. Studi sociologici hanno evidenziato come il Sud Italia soffra di un deficit di fiducia nelle istituzioni, una dinamica che alimenta un circolo vizioso di disimpegno e mancanza di protagonismo civico (Putnam, Leonardi & Nanetti, 1993). Questa distanza emotiva e cognitiva dal riconoscimento di successi condivisi si manifesta, ancora una volta, nell’incapacità di celebrare il ruolo di Fitto.

Un altro aspetto da considerare è la storica marginalità percepita dal Salento rispetto ai centri di potere, un sentimento che si traduce spesso in un’attitudine di scetticismo verso chi raggiunge posizioni di rilievo. Questo fenomeno è amplificato dalla polarizzazione politica e da una narrativa che tende a focalizzarsi sui fallimenti piuttosto che sui successi.

Il futuro passa dalla consapevolezza

La conferma di Fitto come Vicepresidente esecutivo della Commissione europea è un’occasione per il Salento e per l’Italia intera di riaffermare il proprio ruolo strategico in Europa. Perché ciò avvenga, è fondamentale che la comunità locale superi l’alessitimia e si riappropri della capacità di riconoscere e celebrare i propri successi.

Un impegno in questa direzione potrebbe tradursi in un rinnovato protagonismo civico, capace di valorizzare l’impatto positivo che la guida di Fitto potrebbe avere sulle politiche europee, in particolare nei settori cruciali per il Salento. La promozione di una narrativa inclusiva e positiva, accompagnata da momenti di riflessione pubblica, può aiutare a invertire la tendenza all’apatia e a costruire un senso di appartenenza condiviso.

Solo attraverso una maggiore consapevolezza del proprio potenziale, il Salento potrà trasformare l’indifferenza in partecipazione attiva, rendendo onore al ruolo di Raffaele Fitto come espressione non solo di competenza politica, ma anche di un territorio che merita di essere protagonista della scena europea.

Antonio Bruno

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