"Oltre le Parole, Dentro l'Anima"


 "Oltre le Parole, Dentro l'Anima"


Era una mattina di fine autunno quando Marco incontrò per la prima volta Anna. Il vento accarezzava le foglie cadute sui marciapiedi, e il cielo si vestiva di un grigio tenue, come se volesse rendersi complice di quell’incontro. Lei indossava un cappotto troppo grande, con le maniche che le nascondevano quasi le mani. Marco, con il suo solito libro sotto braccio, la notò mentre era intenta a sistemare un orecchino che continuava a cadere.

Non fu un colpo di fulmine. Marco era un uomo che diffidava delle emozioni facili e immediate. Ma c’era qualcosa in lei – un modo particolare di inclinare la testa mentre ascoltava, o di sorridere senza preavviso – che lo catturava ogni volta. Presto iniziò a cercarla nel caffè dove lei passava le sue mattine a leggere. Lui non si sedeva mai troppo vicino, ma abbastanza da sentire il fruscio delle pagine che sfogliava, come una melodia segreta.

Anna non era facile da capire. Le parole che diceva erano sempre precise, ma lasciavano intravedere un mondo che Marco desiderava conoscere. Quando finalmente si scambiarono i primi sorrisi e le prime parole, lui si rese conto che la sua vera scoperta non sarebbe stata quella della bellezza esteriore di Anna, ma del suo universo interiore.

Un giorno, dopo molte tazze di caffè condivise, Marco trovò il coraggio di chiederle qualcosa di più.

"Anna, qual è il tuo sogno più grande?"
Lei lo guardò con un’espressione sorpresa, poi il suo sguardo si fece distante.
"Non è qualcosa che racconto spesso. Ma se proprio vuoi saperlo... sogno di viaggiare per il mondo, dipingere ogni luogo che mi toglie il fiato e lasciare una traccia di me nei luoghi che amo."

Marco ascoltò con attenzione, ma ciò che lo colpì di più non furono le parole, bensì il modo in cui Anna le pronunciava: come se stesse proteggendo un tesoro fragile e prezioso.

Fu allora che Marco capì cosa significava davvero conoscere qualcuno. Non era questione di sapere quale fosse il suo piatto preferito o il colore che indossava più spesso. Significava scoprire le sue ferite – le delusioni d’amore che la facevano dubitare di sé stessa, la paura di essere dimenticata, il dolore di una perdita che la faceva ancora piangere nelle notti di pioggia.

Marco iniziò ad amare Anna non per come si presentava al mondo, ma per le sfumature che rivelava soltanto quando pensava che nessuno stesse guardando. Amava il modo in cui toccava i libri prima di leggerli, come se dovesse stabilire un legame fisico con loro. Amava i suoi silenzi e come, in quei momenti, sembrava persa nei suoi pensieri. Amava la mappa invisibile dei suoi segreti e imparò a leggere i messaggi che la sua pelle lasciava sotto le sue dita.

Una sera, mentre guardavano il tramonto da una collina fuori città, Marco si voltò verso Anna e, con una voce appena sussurrata, le disse:
"Credo di aver finalmente capito cosa significa amare. Non è possederti, non è cambiarti, ma perdermi dentro di te, in tutto quello che sei e che non sarò mai."

Anna lo guardò, e in quel momento i loro occhi si intrecciarono come un respiro condiviso. Non c’erano più segreti, solo l’essenza di due anime che avevano scelto di andare oltre, di capirsi e di vivere l’una accanto all’altra, completamente.

E così Marco, che pensava di conoscere l’amore, capì che l’amore non era mai stato un libro già scritto, ma una storia da scoprire insieme, giorno dopo giorno.

Antonio Bruno

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