Navigare nel Buio


 Navigare nel Buio

C'è una luce strana, sottile, quando il buio è solo un riflesso del mare e non una fine. Loro due, seduti sulla sabbia fredda di una spiaggia senza nome, sembravano figure ritagliate dal vento, che si toccano appena ma non si perdono mai.
Lei guardava l’orizzonte, e anche se era notte, vedeva tutto. Lui la fissava, cercando di capire come funzionasse quel miracolo di trasparenze e silenzi. Non parlavano da un po'. Forse un minuto, forse un anno. Il tempo con loro faceva così, si piegava.
“Sai, a volte penso che potremmo vivere così, in questo buio che non è nero ma è morbido. Come una coperta. Potremmo navigare, lasciarci andare.” La sua voce era un filo. Lei lo ascoltava come si ascolta il mare, non per capire ma per stare.
“Navigare dove?” chiese lei, ma non aspettava davvero una risposta.
“Ovunque. Non importa. Le onde arrivano sempre, basta abbandonarsi. Ti portano loro, se le lasci fare.” Lui parlava piano, come se ogni parola dovesse respirare prima di essere detta.
Lei sorrise. Era quel sorriso che non finisce mai, neanche quando smetti di sorridere. Lui lo conosceva bene. Lo aveva visto nascere e poi farsi strada tra i giorni storti e quelli troppo veloci. Non era mai scontato. “Dimmi dove sei davvero,” disse lei, e stavolta guardandolo.
Lui sospirò. Si grattò la nuca, come a cercare qualcosa che non c’era. Poi si piegò verso di lei, come se le parole fossero troppo pesanti per dirle da lontano.
“Sono qui. Ma ho lasciato pezzi ovunque. Ho mandato in fumo troppe cose. Solitudine, paura. Sai, non l’ho mai detto a nessuno.”
Lei inclinò appena la testa. “A nessuno tranne che a me.”
“Tranne che a te,” ripeté lui, e sembrava che quella frase potesse guarire ogni ferita.
Il silenzio tornò, ma era diverso. Era denso, come un segreto condiviso. Lei si avvicinò appena, la sua mano cercò quella di lui nel buio. Non lo guardava più, tornata a fissare il mare. Ma la sua voce lo avvolse.
“Questa sera sono bellissima?”
Lui sorrise, un sorriso storto, timido. “Sì.”
“Non è finita,” disse lei, senza farne una domanda. Lui strinse la sua mano.
“No. Non è mai finita.”
E restarono così, due ombre strette l’una all’altra. Le onde si infrangevano contro la riva, come una promessa fatta e mantenuta. Non servivano più parole. Le loro vite, con tutte le crepe e le pieghe, si erano trovate in un’abitudine perfetta: abbracciarsi. E il resto era mare.

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