Amore, libertà e nostalgia (racconto)

 

Amore, libertà e nostalgia

 




Ho sempre avuto questo modo di vedere la vita, come se fosse un film. Un bel film, senza bisogno di chiedermi se fosse vero o meno. Le emozioni arrivano, ti toccano, e tanto basta. In fondo, chi se ne frega della realtà, quando il cuore batte forte? Davanti a un film, o un libro, non mi sono mai chiesto se fosse tutto vero. Mi lascio trasportare, senza troppe domande. E allora perché con le persone dovrebbe essere diverso?

Poi arriva Antonia. E cambia tutto. Non so perché, ma ogni volta che ci penso, mi sento un po' stupido. È come se davanti a lei non riuscissi più a lasciarmi andare come faccio di solito. Mi commuovo davanti a uno schermo, ma con lei... mi blocco. Mi dico che forse è meglio non pensarci troppo. Eppure, l'immagine di quel sorriso continua a tornarmi in mente. È come se avesse il potere di fermare il tempo. Fai qualcosa di stupido, lei sorride, e per un attimo tutto ha senso.

Per anni ho creduto di essere solo. Cioè, non che lo fossi davvero, ma quella sensazione che nessuno poteva capirmi mi accompagnava ovunque andassi. Solo che poi mi sono reso conto che non è che gli altri non ci fossero, ero io che scappavo. Sempre. E quando scappi così veloce, alla fine, non ti accorgi che nessuno ti raggiunge.

Ma la verità è che non puoi possedere nessuno. Nessuno perde nessuno, perché nessuno appartiene a nessuno. È una lezione dura da mandare giù, lo so. Ma forse è proprio questa la libertà. Essere in grado di amare qualcuno senza bisogno di possederlo. Ti innamori una volta sola, la prima volta. Poi è tutto un tentativo di far tornare quei pezzi al loro posto, di capire cosa ti è successo davvero. Ma quella prima volta... è unica. Anche se ci vogliono anni per capirlo.

Tutto quello che va oltre ciò di cui hai bisogno è veleno. L'ho capito con il tempo, forse tardi. Il potere, l'ambizione, la rabbia... sono tutti modi per avvelenarsi l'anima. Come quando apri il frigorifero e cerchi di anestetizzare l'ansia con il cibo. Oppure quando cambi forma, ti adatti agli altri, fino a non riconoscerti più. Ci avveleniamo ogni giorno, senza nemmeno rendercene conto.

Il tradimento, poi, è solo un'altra forma di veleno. Uccide solo gli amori che sono già morti da tempo. Quelli che sopravvivono, però, diventano immortali. E non parlo solo di tradizione tra due persone, ma anche di quello che facciamo a noi stessi. Tradire chi siamo, quello che proviamo... è questo che ci ammazza lentamente.

Alla fine, siamo tutti lì a cercare di farcela. In una maniera o nell'altra. Tentiamo di trovare l'amore, di capire chi siamo, di sentirci meno soli. Ma è un percorso in salita, e ogni tanto cadere fa parte del gioco. L'importante è rialzarsi, o almeno provarci.

E allora, amici miei, smettiamola di avvelenarci. Godiamo di quello che abbiamo fatto, per come lo abbiamo fatto. Non sarà perfetto, ma è nostro. Immergiamoci completamente in quello che facciamo adesso. Perché il tempo cambia tutto, tranne una cosa: gli sguardi. Chi si è piaciuto una volta, si piacerà sempre. Questo, almeno, non cambia mai.

Antonio Bruno

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