Riflessioni sull'Intervista a Carlo Salvemini: Voti, Congetture e Futuro
Riflessioni sull'Intervista a Carlo Salvemini: Voti, Congetture e Futuro
Ieri sera a Lecce, alle Officine Cantelmo, Carlo Salvemini è stato intervistato e io ho fatto queste riflessioni.
A Lecce, per pochi voti, l’alleanza di cittadini civici e di sinistra non è stata riconfermata nella responsabilità della gestione e amministrazione della città. Questo fatto, invece di essere accolto come il risultato di libere elezioni, è stato oggetto di vere e proprie “congetture” che pretendevano di spiegare quanto accaduto.
Ora, siccome non vota “il popolo” ma vota “il singolo”, le congetture proposte sono apparse in modo evidente come le ragioni che hanno portato chi le ha espresse a votare “altro” rispetto all’alleanza di cittadini civici e di sinistra.
In definitiva, ogni cittadino che ha votato per l’alleanza di cittadini civici e di sinistra ha le proprie ragioni personali, così come i cittadini che hanno votato “altro”. Anche i cittadini che non sono andati a votare hanno avuto questo comportamento, ognuno per le proprie ragioni.
Ciò che ha determinato il voto di ogni cittadino è frutto di ragioni personali che, per la natura stessa della libertà di esercizio del voto, rimangono riservate per chi non le vuole manifestare pubblicamente, e questo riguarda la quasi totalità dei cittadini.
Premesso ciò, è apparso assolutamente velleitario chiedere a Carlo Salvemini se avrebbe deciso ciò che ha deciso in tema di amministrazione e gestione della città, se avesse saputo che tali sue decisioni avrebbero determinato il risultato che è sotto gli occhi di tutti. Come a dire: “Se non sei stato riconfermato, è stato per quello che hai deciso?”.
Anche queste domande sono assolutamente “fuori luogo” e, soprattutto, si rivelano retoriche. Ciò che emerge è che chi ha posto la domanda ha votato “altro” per le decisioni di Carlo Salvemini e dei cittadini civici e di sinistra con cui ha governato la città.
È inutile ripetere che Carlo Salvemini ha confermato di essere convinto delle sue decisioni e delle sue azioni. Ma la domanda più imbarazzante per me, che l’ho ascoltata, è stata quando hanno chiesto a Carlo Salvemini cosa farà da grande.
Ma come si fa? Come se chiedere la responsabilità dell’amministrazione e gestione dei beni comuni fosse una sorta di scalata verso la conquista del potere, che parte dai Comuni e arriva alle Nazioni Unite.
Sono ancora imbarazzato pensando di essere stato costretto ad ascoltare i colleghi giornalisti chiedere a Carlo Salvemini se nel 2025 chiederà ai cittadini di affidargli la responsabilità di Consigliere Regionale o, nel 2029, quella di Sindaco della città di Lecce o ancora se sarà lui il Capo dell’Opposizione a Palazzo Carafa.
Non c’è nulla da fare: tutti i colleghi giornalisti vedono nei prescelti con le elezioni Capi e Duci che devono per forza di cose andare a comandare da qualche parte. E se no, che faranno?
Carlo Salvemini mi è sembrato diverso dai giornalisti che l’hanno intervistato. L’ho apprezzato molto per questo.
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