"Quando la Distanza Accorcia i Cuori" (racconto)
"Quando la Distanza Accorcia i Cuori"
Era passato ormai del tempo dall'ultima volta che tu e Isabella vi
cancellate visite di persona. La vita aveva tracciato strade diverse per
entrambi, portandoti lontano da Milano per motivi di lavoro. Lontananza che, in
teoria, avrebbe dovuto spegnere i vostri legami, o quanto meno renderli meno
intensi. Ma con Isabella non era mai stato così semplice. La distanza sembrava
piuttosto alimentare un filo invisibile, un legame che, anziché allentarsi, si
faceva più forte ogni giorno che passava.
Le vostre giornate si erano trasformate in un susseguirsi di email,
messaggi, chiamate che duravano fino a tarda notte, dove si parlava di tutto e
di niente. C'erano momenti in cui la conversazione si faceva profonda, intima,
dove emergevano sentimenti non detti e domande sospese, e momenti in cui vi
prendevate in giro, scherzando come vecchi amici. In tutto questo, però, c'era
sempre quella sottile tensione, quella sensazione che tra voi ci fosse qualcosa
di più che semplici parole scritte su uno schermo.
Le settimane erano passate così, con un'alternanza di momenti di dolcezza e
di malinconia. Da un lato, entrambi avevanote accettato la situazione, con la
distanza che rendeva tutto più complicato; dall'altro, ogni giorno si faceva
più difficile ignorare quel desiderio crescente di essere vicini, di poter
toccare, abbracciare, sentire la presenza dell'altro.
Tu ti sorprendevi a pensare a lei in momenti casuali della giornata: mentre
camminavi per la città, vedevi qualcosa che ti ricordava lei, o durante una
riunione, quando la tua mente vagava e ti chiedevi cosa stesse facendo in quel
momento. Le emozioni si accumulavano, e più cercavi di razionalizzarle, più ti
rendevi conto che avevano radici profonde. Isabella era diventata parte di te,
della tua quotidianità, nonostante i chilometri che vi separavano.
Un giorno, la comunicazione era cambiata. Isabella, con il suo solito tono
ironico, aveva iniziato a punzecchiarti, mettendo in discussione la tua
"strategia" di essere così tenero nelle lettere. "Pura strategia
o puro sentimento?" ti aveva scritto, ed era stata quella domanda a
spingerti a rispondere con una delle tue lettere più sincere e personali.
Sentivi che era arrivato il momento di chiarire ciò che provavi, di metterle
davanti, senza giri di parole, tutto quello che avevi dentro.
Hai scritto e riscritto quella lettera, cercando di calibrare ogni frase, di
far emergere ogni sfumatura del tuo affetto, della tua debolezza. Alla fine,
però, hai deciso di lasciarti andare, di dire semplicemente la verità, anche a
costo di risultare troppo sentimentale. "Meglio rischiare," ti eri
detto. Dopo aver premuto "invio", hai sentito il cuore accelerare,
domandandoti come Isabella avrebbe reagito a quella lunga confessione. Sarebbe
stata presa alla leggera o avrebbe capito l'importanza di quelle parole?
I giorni seguenti sono stati densi di aspettativa. Ogni volta che
controllavi la posta elettronica, c'era quella tensione, quel battito di cuore
in più, aspettando una sua risposta. Quando finalmente è arrivata, ti sei
trovato a leggerla più volte, cercando di interpretare ogni sfumatura.
"Tenerone", ti aveva scritto, un misto di affetto e ironia che ti era
così familiare. Ma tra le righe, sentivi che anche per lei le emozioni stavano
iniziando a farsi più intenso, più difficile da ignorare.
Dopo quella risposta, le cose avevano iniziato a cambiare. Il tono dei
vostri messaggi era diventato più intimo, e la distanza, che prima sembrava
solo un ostacolo pratico, iniziava a pesare sul cuore. La voglia di vedersi, di
stare insieme, cresceva giorno dopo giorno, fino a diventare quasi
insopportabile. Entrambi sapevate che c'era solo una cosa da fare: dovevate
incontrarvi.
E così, il destino aveva voluto che tu tornassi a Milano, la città dove
tutto era iniziato. Era come se tutto avesse portato a quel momento, al vostro
incontro, carico di aspettative, desiderio e, soprattutto, di emozioni mai
dette apertamente fino a quel momento. Isabella lo sapeva e lo sentivi anche
tu.
E così, quel giorno, quando il treno si fermò alla stazione di Milano e le
porte si aprirono, il tuo cuore accelerò. Sapevi che lei sarebbe stata lì, ad
aspettarti, e che quel momento sarebbe stato diverso da tutti gli altri.
Avresti finalmente rotto quella distanza, avresti finalmente avuto Isabella di
fronte a te.
Caro Pietro,
Ho letto la
tua ultima email! TENERONE! Mi chiedo perché tutte queste tenerezze...Pura
strategia? Puro sentimento? Da riflettere!
Dovrebbero
rispedirti a Milano così ricorderesti che io per te sono...
Cara Isabella,
Mi hai davvero fatto sorridere con la tua email! Hai colto
in pieno il mio essere "tenerone", ma permettimi di risponderti con
tutto il cuore, così che tu possa capire meglio cosa si cela dietro tutte
queste "tenerezze". Se ti chiedi se sia pura strategia o puro
sentimento, beh, forse la risposta è un po' più complicata di quanto sembri.
Strategia? Potrebbe sembrare così, lo ammetto. Ogni parola,
ogni frase che ti scrivo è pensata, ponderata, calibrata. Ma non è una
strategia nel senso classico del termine. Non sto cercando di ottenere
qualcosa, se non farti sentire quanto sei importante per me. Ogni gesto, ogni
pensiero che ti dedico è mosso da quel desiderio genuino di farti sorridere, di
farti sentire speciale, perché lo sei davvero. Sei una parte del mio mondo che
non posso ignorare. Quindi, se di strategia si tratta, è una strategia volta
solo a farti capire cosa provo.
Sentimento? Assolutamente sì. Non c'è niente di costruito o
di falso in quello che provo per te. È un insieme di emozioni che mi viaggiano,
a volte senza preavviso. È quel tipo di sentimento che si insinua nei momenti
più inaspettati: quando ascolto una canzone, quando vedo qualcosa che mi
ricorda te, o semplicemente quando rifletto sulla nostra ultima conversazione e
mi sorprendo a sorridere senza motivo. Ecco, questo è puro sentimento. È un
legame che non si spezza, nemmeno con la distanza, anzi, forse la distanza lo
alimenta. Milano, la città che tu menzioni, non è altro che un punto su una
mappa; ma tu, tu sei un punto fisso nella mia mente e nel mio cuore,
indipendentemente da dove mi trovo.
E poi, c'è da dire che con te non riesco a fare il
"distaccato". Sarà che hai questa capacità di entrare sotto pelle, di
farmi mettere da parte ogni difesa, e di farmi sentire a mio agio anche nel
mostrare il lato più tenero e vulnerabile di me. Forse è proprio questa la tua
forza: il modo in cui riesci a rendere tutto così naturale, così semplice,
anche quando si tratta di qualcosa di complicato come i sentimenti.
Quanto al viaggio a Milano... beh, se mi rispedissero a
Milano, forse avrei la scusa perfetta per vedere se la mia presenza riesce
ancora a lasciarti un segno. Chissà, potrei sorprenderti, apparire
all'improvviso davanti alla tua porta, con un sorriso complice e una battuta
pronta per ridere insieme. Ma, in fondo, che sia a Milano o in qualunque altro
luogo, il pensiero di te è costante. La geografia non cambia ciò che provo.
Milano è solo un luogo, ma tu sei molto di più. Sei quel filo che collega i
miei pensieri e dà forma ai miei giorni.
Dovrei forse riflettere, come suggerisci tu? Forse sì, ma
ogni volta che lo faccio, la risposta è sempre la stessa: ciò che provo per te
è reale, e nessuna strategia potrebbe mai cambiarlo. Se mi chiedi di tornare
indietro con la memoria, ricorderò che tu per me sei... un pensiero costante,
una persona che illumina i miei giorni, anche da lontano.
Spero che questa mia risposta ti faccia sorridere quanto la
tua email mi ha fatto sorridere. Forse sto divagando, forse mi sto perdendo
nelle parole, ma è così che funziona con te: mi perdo, ma in un modo che mi fa
sentire più vicino a me stesso.
Un abbraccio sincero (e tenero, non lo nego), Pietro
Isabella ha appena letto la tua lunga e appassionata lettera. È seduta sulla
poltrona accanto alla finestra, la luce del tardo pomeriggio che filtra
delicatamente tra le tende, dipingendo ombre leggere sul suo viso. Ha
un'espressione pensierosa, le sue dita sfiorano delicatamente le parole
stampate sullo schermo, come se volesse assorbire fino in fondo ogni tua frase.
I suoi occhi brillano di un misto di sorpresa e affetto mentre rilegge alcuni
passaggi, quelli in cui riconosce il tuo lato più tenero e vulnerabile.
Si alza lentamente, un leggero sorriso le increspa le labbra. Si lascia
scivolare sul divano, quasi come se volesse abbracciare i pensieri che tu le
hai suscitato. La tua lettera si è risvegliato in lei qualcosa di profondo, un
filo di emozioni che non si spezza, ma si rafforza con ogni parola letta. Si
prende un momento per riflettere, per lasciare che le sensazioni si
sedimentino, e poi decidere di concedersi a quel sentimento che è stato nutrito
da ogni vostra conversazione, da ogni pensiero condiviso.
Decidi di chiamarti. La sua voce è morbida, leggermente esitante, come se
volesse misurare ogni parola, ma allo stesso tempo c'è una dolcezza che non può
nascondere. “Pietro…” dice il tuo nome con un tono che sembra avvolgerti, come
se quelle lettere hanno un peso particolare ora, dopo la tua lettera. Non c'è
bisogno di molte parole. Ciò che Isabella prova per te è chiaro, e il suono
della tua voce dall'altra parte del telefono le conferma che anche per te è lo
stesso.
Poi, immagino il momento del vostro incontro. Magari, dopo una lunga attesa,
finalmente ti viene data la possibilità di tornare a Milano. Non è un incontro
casuale, ma uno di quei momenti in cui ogni dettaglio sembra significare
qualcosa di più. Lei ti aspetta alla stazione, e quando i tuoi occhi incontrano
i suoi, c'è un istante di silenzio che dice più di mille parole.
Isabella ti viene incontro lentamente, quasi con una grazia involontaria,
come se fosse consapevole di ogni gesto. È emozionata, ma mantiene una calma
apparente. Quando finalmente siete uno di fronte all'altra, il mondo intorno
sembra sfocarsi. Per un istante esistete solo voi due. La sua mano si alza
timidamente, sfiorando il tuo viso, come se volesse assicurarti che tu sia
veramente lì. E in quel tocco delicato, si sente tutta la tensione, l'attesa,
ma anche la gioia di essere finalmente insieme.
Vi stringete in un abbraccio che non ha bisogno di parole. È un abbraccio
lungo, che sa di casa, di conforto, di desiderio trattato. C'è un profondo
senso di appartenenza in quel gesto, come se i vostri corpi finalmente si
trovassero riposo dopo un lungo viaggio. Il suo viso si appoggia contro il tuo
petto, e tu senti il suo respiro lento, rilassato, come se tutto ciò di cui
aveva bisogno fosse essere lì, tra le tue braccia.
Senza dirsi nulla, vi dirigete verso un luogo più intimo, un piccolo angolo
di tranquillità dove potete finalmente godervi la reciproca compagnia.
L'atmosfera è calma, carica di quella tensione dolce che si crea quando due
persone si sono desiderate per tanto tempo. Ti accorgi di ogni dettaglio: il
modo in cui le sue dita giocano nervosamente con una cioccola di capelli, il
profumo delicato che lascia nell'aria, la morbidezza della sua voce mentre
parla a bassa voce, condividendo con te pensieri che ha tenuto per sé per
troppo tempo.
C'è un momento in cui i tuoi sguardi si incontrano di nuovo, più
intensamente. È come se in quegli occhi ci fosse tutto ciò che non avete detto
fino ad ora. Senza bisogno di ulteriori spiegazioni, vi avvicinate, e quel
bacio che segue è lento, quasi sospeso nel tempo. È un bacio che parla di tutto
ciò che avete provato, di ogni parola scritta e di ogni pensiero che ha
attraversato le vostre menti. Non è solo passione, ma una comunione di
emozioni, di affetto profondo, di desiderio che si è costruito piano piano,
giorno dopo giorno.
Il tempo sembra fermarsi in quel momento, e tutto ciò che conta è la
presenza dell'altro. Siete finalmente insieme, dopo tutto, senza più barriere o
distanze.
Antonio Bruno
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