Intervista al Dott. Antonio Bruno: L'organismo come entità composita tra domini sensoriali e relazionali

 Intervista al Dott. Antonio Bruno: L'organismo come entità composita tra domini sensoriali e relazionali


Intervistatore: Dott. Bruno, nel suo lavoro parla di come un organismo operi in due domini distinti ma complementari. Può spiegare in parole semplici cosa intende per "domini sensoriali-operativi-relazionali non intersecanti"?

Dott. Bruno: Certamente. Un organismo, come entità composita, vive e opera in due domini separati che non si intersecano ma si influenzano a vicenda. Il primo è il dominio dell'operazione dei suoi componenti, ovvero tutto ciò che riguarda il funzionamento molecolare, chimico e biologico del corpo. Ad esempio, quando i fotoni di luce colpiscono la retina, interagiscono con molecole fotosensibili che attivano una cascata di reazioni biochimiche nel cervello.

Il secondo dominio è quello in cui l'organismo si manifesta come una totalità, cioè come una persona o un'entità che interagisce nel mondo. In questo dominio, non percepiamo molecole o fotoni, ma oggetti concreti e astratti come una mela, una persona, o un'idea. Quindi, mentre i nostri componenti biologici sono attivi e ci permettono di percepire la realtà, noi esistiamo e operiamo come un'unità completa nel mondo delle relazioni e delle distinzioni culturali.

Intervistatore: Quindi, in questo secondo dominio, siamo in grado di astrarre la realtà attraverso la cultura e le relazioni?

Dott. Bruno: Esatto. Quando diciamo ad esempio "Pietro, c'è la tua mela", stiamo operando in un dominio astratto e relazionale. Non stiamo descrivendo le molecole della mela o i fotoni che riflette. Stiamo invece operando con distinzioni che hanno senso solo nel nostro spazio culturale e comunicativo. In altre parole, l'interazione verbale, la relazione personale e l'identificazione di oggetti concreti come "mela" avvengono in questo dominio astratto. È qui che le parole, le frasi e le distinzioni culturali assumono significato.

Intervistatore: Eppure, come accennava, c'è un'interazione tra questi due domini. In che modo avviene questo incontro tra il concreto e l'astratto?

Dott. Bruno: L'incontro tra questi due domini avviene attraverso la nostra struttura molecolare, che funge da ponte tra il nostro essere entità molecolari e la nostra operazione come totalità. Quando vediamo una mela, ad esempio, non stiamo percependo direttamente i fotoni che colpiscono la retina. Nel dominio molecolare, i nostri recettori fotosensibili interagiscono con i fotoni a livello biochimico. Tuttavia, noi non "vediamo" i fotoni. Ciò che percepiamo è la mela come oggetto intero, nel nostro spazio relazionale e culturale, dove le molecole non sono rilevanti come componenti individuali. Questo è il punto cruciale: nel dominio relazionale incontriamo persone e oggetti, mentre nel dominio molecolare siamo in costante interazione con le componenti fisico-chimiche.

Intervistatore: È interessante pensare che, a livello molecolare, non percepiamo l'unità degli oggetti ma solo le loro componenti. Cosa implica questo per la nostra comprensione della realtà?

Dott. Bruno: Questa dicotomia ci insegna che la realtà che percepiamo come esseri umani è in gran parte una costruzione culturale e relazionale, supportata da processi biologici e chimici di cui non siamo direttamente consapevoli. Quando vediamo una persona o una mela, non stiamo percependo l'insieme di molecole o le interazioni tra particelle subatomiche che costituiscono questi oggetti. Ciò che percepiamo è una costruzione più alta, un'entità relazionale e significativa. Questo ci mostra come il mondo sensoriale e quello concettuale si sovrappongano per creare la nostra esperienza quotidiana, anche se operano su piani distinti.

Intervistatore: Grazie mille per questa spiegazione illuminante. Qual è, secondo lei, l'importanza di comprendere questa distinzione nella vita di tutti i giorni?

Dott. Bruno: Capire questa distinzione ci permette di apprezzare la complessità e la profondità delle nostre interazioni con il mondo. Riconoscere che ciò che vediamo e con cui interagiamo è il risultato di processi biologici, ma che allo stesso tempo trascende il mondo fisico, ci offre una nuova prospettiva sulla nostra esistenza. Ci aiuta a capire meglio il ruolo della cultura, del linguaggio e delle relazioni nel modellare la nostra esperienza del mondo.

Intervistatore: Ancora una volta, grazie per il suo tempo e per queste riflessioni.

Dott. Bruno: Grazie a lei!

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