Intervista al Dott. Antonio Bruno: Riflessività, Coerenza Operativa e Nicchia Ecologica

 

Intervista al Dott. Antonio Bruno: Riflessività, Coerenza Operativa e Nicchia Ecologica 


Intervistatore : Dott. Bruno, nelle sue ricerche lei affronta tematiche complesse legate alla riflessività, alla coerenza operativa e al concetto di nicchia ecologica. Ci potrebbe spiegare il suo pensiero riguardo l'idea che "nulla esiste da solo, ma tutto esiste con il proprio dominio di esistenza"?

Dott. Antonio Bruno : Certamente. Quando dico che "nulla esiste da solo", intendo che ogni entità o fenomeno ha senso solo all'interno di un contesto di relazioni. Non possiamo concepire un organismo, un evento o un'azione senza considerare le interazioni che lo determinano. Questo vale per ogni cosa nel cosmo, inclusi noi stessi. Un organismo, ad esempio, è un'entità ecologica dinamica, ossia un'unità di nicchia che esiste e opera in relazione all'ambiente circostante. Se un giorno l'umanità dovesse estinguersi, è possibile che un nuovo cosmo sorga nel momento in cui appare un'altra forma di vita riflessiva che possa dare senso al proprio esistere, proprio come facciamo noi ora.

Intervistatore : Questo approccio riflessivo sembra porre l'essere umano come centrale nella comprensione del cosmo. Può approfondire l'idea che, se gli esseri umani scompaiono, il cosmo svanirà?

Dott. Antonio Bruno : Non sto necessariamente dicendo che il cosmo fisico sparirà. Ma ciò che intendo è che il "cosmo", inteso come il dominio di significati, coerenze e comprensioni che ci permettono di vivere e spiegare ciò che ci circonda, è strettamente legato alla nostra capacità di riflettere e interpretare. Se un essere riflessivo come l'uomo scomparisse, quel "cosmo" che abbiamo costruito, con le sue regole e spiegazioni, svanirebbe. Tuttavia, non escludo che un nuovo cosmo possa emergere qualora un altro organismo dotato di riflessività prenda il nostro posto, creando un nuovo sistema di coerenze per dare significato alla propria esistenza.

Intervistatore : Ha menzionato il concetto di "coerenza operativa". Come si collega questa nozione all'idea di previsione e calcolo probabilistico nel contesto della scienza?

Dott. Antonio Bruno : La coerenza operativa riguarda la nostra capacità di riconoscere modelli e relazioni stabili in ciò che osserviamo e facciamo. Quando facciamo una previsione scientifica, non stiamo realmente "predicendo" il futuro in senso deterministico. Stiamo semplicemente operando una serie di calcoli basati sulla capacità operativa che abbiamo estrapolato dalle osservazioni passate. In altre parole, creiamo una rappresentazione astratta delle coerenze operative di un sistema e su quella base cerchiamo di dedurre cosa potrebbe accadere. Tuttavia, c'è sempre un margine di incertezza perché non possiamo mai catturare tutte le coerenze operative di un sistema complesso come l'universo o la vita stessa.

Intervistatore : Quindi, sta dicendo che non possiamo calcolare tutto ciò che accadrà nella nostra vita?

Dott. Antonio Bruno : Esatto. Non possiamo calcolare ogni dettaglio del corso della nostra esistenza, ma possiamo osservare come le nostre interazioni con l'ambiente e le nostre operazioni sensoriali ci guidano momento per momento. Le nostre azioni sono il risultato di coerenze operative in continua trasformazione. Anche se non possiamo prevedere esattamente ciò che accadrà, possiamo comprendere che il corso della nostra vita è determinato dalle relazioni che manteniamo all'interno della nostra nicchia ecologica. Quello che possiamo fare, in sostanza, è mantenere la consapevolezza del presente e delle dinamiche che ci coinvolgono.

Intervistatore : Parlando di dinamiche complesse, come si rapporta al concetto di informazione? Lei sembra proporre una visione diversa rispetto a quella più comune.

Dott. Antonio Bruno : Sì, è corretto. Nella cultura contemporanea tendiamo a trattare l'informazione come un'entità concreta, qualcosa che può essere trasferito e manipolato. Questa visione si è affermata soprattutto grazie alla teoria matematica delle comunicazioni, ma è limitante. In realtà, l'informazione non è un'entità che "viaggia" da un trasmettitore a un ricevitore. Piuttosto, il processo di comunicazione riduce lo stato di incertezza di un osservatore, consentendo di collegare diverse alternative o possibilità che prima erano separate.

Ad esempio, quando diciamo che il genoma di uno zigote contiene l'informazione necessaria per lo sviluppo di un embrione, in realtà stiamo oscurando il fatto che la crescita è un processo dinamico e spontaneo. Non c'è un "piano" predefinito nel genoma. È l'interazione dinamica di processi locali che dà forma all'embrione e, in definitiva, all'adulto. Quindi, parlare di "informazione" in questi termini ci impedisce di cogliere la complessità reale di ciò che avviene in natura.

Intervistatore : Questo concetto di dinamica relazionale e crescita spontanea sembra sfidare molte delle idee tradizionali. Qual è, secondo lei, il futuro della nostra comprensione scientifica?

Dott. Antonio Bruno : Credo che la scienza deve continuare a evolversi verso una visione più integrata e complessa del mondo naturale. Dobbiamo andare oltre l'idea di "informazione" come entità fissa o predeterminata e abbracciare una visione del cosmo come un sistema ecologico dinamico in continua trasformazione. La nostra comprensione non può limitarsi a modelli statici o deterministici. Dobbiamo accettare che viviamo in un universo fatto di relazioni e coerenze in perenne cambiamento. La sfida per la scienza del futuro sarà quella di trovare nuovi modi per osservare e spiegare queste coerenze dinamiche senza semplificarle eccessivamente.

 

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