Il Potere come Costrutto Sociale: Riflessioni sulla dinamica del potere nelle elezioni

 

Il Potere come Costrutto Sociale: Riflessioni sulla dinamica del potere nelle elezioni


Parto dalla riflessione sulla dinamica del potere nelle elezioni, ci troviamo immersi in una visione che richiama una profonda comprensione sistemica dei meccanismi di dominio e sottomissione. C’ ad esmpio il fenomeno delle candidature mute, ossia quelle che vincono senza necessità di una narrazione politica esplicita, ma che si impongono grazie alla loro appartenenza al sistema di potere economico e istituzionale. Questa osservazione è centrale per comprendere come, in un contesto culturale fondato sulla competizione, il potere si rigenera attraverso la riproduzione di strutture gerarchiche, perpetuando la sottomissione di chi è escluso dal processo decisionale.

Il Potere come Co-creazione

Da un punto di vista sistemico, il potere non è un'entità oggettiva né qualcosa che esiste indipendentemente dagli attori sociali. Il potere è co-creato attraverso il linguaggio, le relazioni e le azioni reciproche. Ciò che descrivo come "candidature mute" non è semplicemente il silenzio o l'assenza di comunicazione, ma rappresenta il processo di costruzione di una realtà sociale dove le decisioni vengono prese senza che vi sia la necessità di una partecipazione democratica attiva. Questo silenzio è, in realtà, un linguaggio potente che codifica e rafforza le relazioni di dominio.

La Dinamica Dominio-Sottomissione

Desidero richiamare l'attenzione sulla dinamica del dominio e della sottomissione come processo centrale nella politica contemporanea. La competizione, che nelle elezioni dovrebbe essere una sfida tra idee e visioni per il futuro della società, viene invece ridotta a una lotta per la conservazione delle posizioni di potere. In questo contesto, la sottomissione non è soltanto un atto di imposizione dall'alto, ma anche una forma di accettazione sociale che si manifesta nell'elettore che, pur attratto dalla parola, finisce per votare per il candidato muto, ovvero per il potere consolidato.

L'Illusione della Competizione

La competizione politica contemporanea è spesso un'illusione, un'idea che si regge su strutture ormai svuotate di contenuto ideologico. Le elezioni non sono più lo spazio di espressione delle idee, ma diventano una formalità in cui i veri candidati del potere si nascondono dietro figure apparentemente distanti dalla sfera decisionale. Questo fenomeno crea una condizione di cacofonia politica, in cui le voci alternative vengono neutralizzate e confuse, mentre il potere si impone senza dover rispondere a un confronto aperto.

Verso una Nuova Comprensione della Democrazia

In questo contesto, appare ingenuo sperare che i vincitori del potere possano, per loro stessa iniziativa, abbracciare una visione più democratica e inclusiva. Come ci insegna la biologia del conoscere, la democrazia non può emergere in un contesto in cui il sistema di interazioni è dominato dalla competizione per il controllo e l'esclusione degli altri. La convivenza sociale democratica richiede, al contrario, la creazione di spazi di coesistenza in cui la diversità di opinioni e visioni del mondo possa essere valorizzata e accolta. In un sistema competitivo, in cui la logica dominante è quella della soppressione dell'altro, questa possibilità appare remota.

La Necessità di una Riflessione Sistematica

Di fronte a queste osservazioni, risulta evidente la necessità di una profonda riflessione sulla natura dei sistemi sociali che costruiamo. Se la nostra cultura politica rimane intrappolata nelle dinamiche di dominio e sottomissione, il potere continuerà a perpetuarsi come strumento di esclusione e controllo. Solo attraverso un ripensamento radicale delle nostre relazioni e delle strutture che sostengono il potere, possiamo sperare di trasformare la società in un sistema più equo e inclusivo.

Il compito non è semplice, ma è essenziale. Se desideriamo costruire una società basata sulla cooperazione e il mutuo rispetto, dobbiamo impegnarci a ripensare non solo le nostre istituzioni politiche, ma anche il modo in cui interagiamo come individui e comunità. Solo così possiamo sperare di superare la logica del potere come dominio e sottomissione, e aprire la strada a nuove forme di convivenza sociale fondate sull'uguaglianza e il rispetto reciproco.

Conclusione

Le riflessioni che ho proposto possono offrire una chiave per comprendere i meccanismi che governano il potere nelle nostre società. Come ci insegna la biologia del conoscere, è attraverso le nostre azioni, relazioni e linguaggi che costruiamo la realtà sociale. Se vogliamo costruire una democrazia autentica, dobbiamo riconoscere i meccanismi di dominio che perpetuano l'esclusione e impegnarci a creare un sistema basato sulla collaborazione e la partecipazione inclusiva.

Antonio Bruno

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