Intervista al Dott. Antonio Bruno sui risultati del recente sondaggio Demos & Pi sull’alternativa di governo di una Comunità al posto di Meloni
Intervista al Dott. Antonio Bruno sui risultati del recente sondaggio Demos & Pi sull’alternativa di governo di una Comunità al posto di Meloni
Giornalista: Buongiorno Dott. Bruno, vorrei iniziare la
nostra conversazione chiedendole di commentare i risultati del recente
sondaggio Demos & Pi, che evidenzia la fragilità dell'opposizione in Italia.
Secondo lei, quali sono le cause principali di questa debolezza?
Dott. Antonio Bruno: Buongiorno a lei. Il sondaggio mette
in luce una situazione piuttosto complessa all'interno del campo
dell'opposizione, in particolare nel Centro-Sinistra. Una delle cause
principali della sua fragilità è senza dubbio la mancanza di unità tra le varie
forze politiche che dovrebbero comporlo. Il “campo largo” di cui tanto si parla
non riesce a consolidarsi proprio perché esistono troppe divisioni interne.
Basti pensare alle tensioni che continuano ad affiorare tra il Movimento 5
Stelle, guidato da Giuseppe Conte, e i suoi stessi fondatori, come Beppe
Grillo, o tra i protagonisti del cosiddetto Terzo Polo, come Carlo Calenda e
Matteo Renzi. Il Partito Democratico, con la leadership di Elly Schlein, fatica
a fungere da collante in questo scenario frammentato.
Giornalista: Quindi, secondo lei, le divisioni interne sono
l'ostacolo principale a un'alleanza credibile di Centro-Sinistra?
Dott. Antonio Bruno: Assolutamente sì. Come conferma il
sondaggio, le forze di Centro-Sinistra potrebbero costituire un'alternativa
reale e possibile all'attuale governo, ma solo se si riunissero attorno a un
progetto coerente e condiviso. Il problema è che le alleanze finora proposte
sembrano più una somma di liste divise che una coalizione organica. Oltre alle
divergenze programmatiche, vi sono anche interessi elettorali che rendono i
vari partiti più che alleati dei concorrenti impegnati in una guerra tra bande
all’interno del proprio partito e con gli altri partiti per la conquista del
COMANDO, anziché alleati naturali. È un gioco di equilibrio difficile, e senza
una eguaglianza forte tra tutti senza “galli nel pollaio” e un programma ampio sarà
complicato superare queste difficoltà.
Giornalista: Parlando proprio di “galli nel pollaio”, come
vede il ruolo di Elly Schlein in questo contesto? Il sondaggio mostra che la
sua figura non riesce a unire tutte le forze del Centro-Sinistra.
Dott. Antonio Bruno: La situazione di Elly Schlein è
piuttosto delicata. Nonostante all'interno del suo partito, il PD, vi sia una
forte apertura verso alleanze con altre forze di Sinistra e di Centro, la sua
leadership fatica sia nei i confini del suo stesso partito e peggio che mai con
gli altri partisti e movimenti. Il problema secondo me sta proprio nell’impostazione
gerarchica e patriarcale che la stessa Elly Schlein mette in atto in continuità
con ciò che si è sempre fatto. Gli elettori del PD sembrano essere più inclini
a considerare positivamente il “campo largo”, ma questo atteggiamento non è
condiviso dagli elettorati degli altri partiti, come il Movimento 5 Stelle o le
forze centriste come Italia Viva, Azione e +Europa. Schlein si trova, quindi,
in una posizione difficile: da un lato deve mantenere unita la sua base,
dall'altro deve cercare di attrarre consenso anche fuori dal PD, il che sembra
essere ancora lontano dall’essere realizzabile. Secondo me la soluzione sta nel
desiderare di rinunciare a perseguire la pretesa di egemonizzare per aderire a
una alleanza senza pretendere di COMANDARE. Ma questo desiderio non può essere
solo limitato al Pd ma deve riguardare tutte le forze democratiche. Ciò
porrebbe i cittadini di fronte alla scelta della destra che propone Meloni Capo
indiscusso e la sinistra che si propone come Comunità senza Capi né Duce né Salvatore
della Patria.
Giornalista: Il sondaggio mostra anche che tra gli elettori
del Movimento 5 Stelle e del Terzo Polo c'è un forte scetticismo verso
un'alleanza con il PD. Quali sono, secondo lei, le ragioni di questo
scollamento?
Dott. Antonio Bruno: Ci sono diverse ragioni dietro questo
scetticismo. Da un lato, vi sono divergenze ideologiche e programmatiche tra il
PD e i suoi possibili alleati, soprattutto con il Movimento 5 Stelle.
Dall'altro, come evidenziato dal sondaggio, i vari partiti di Centro-Sinistra invece
di collaborare per instaurare la democrazia, competono per lo stesso
elettorato, il che li rende naturali concorrenti in quanto la vera ragione
della loro esistenza è vincere per comandare. Gli elettori del Movimento 5
Stelle, per esempio, vedono con favore un'alleanza con il PD solo nel 20% dei
casi, mentre quelli di Italia Viva, Azione e +Europa sono ancora più scettici,
con un consenso che non supera il 30%. La prospettiva di un “campo largo” è
vista con maggiore entusiasmo solo dagli elettori del PD, il che evidenzia una
chiara dissonanza tra i vari gruppi elettorali che dovrebbero far parte della
coalizione.
Giornalista: L'esito delle elezioni europee di giugno ha
influito su queste dinamiche? Il sondaggio suggerisce che i risultati hanno
accentuato le difficoltà di un'alleanza.
Dott. Antonio Bruno: Sì, senza dubbio. Le elezioni europee
hanno avuto un impatto significativo, soprattutto per il Movimento 5 Stelle,
che ha subito un calo pesante, scendendo sotto il 10%. Questo risultato ha
chiaramente influenzato l'atteggiamento degli elettori del M5S nei confronti
delle possibili alleanze. Il “campo largo”, che potrebbe essere una soluzione
per allargare la base dell'opposizione, non gode più dello stesso supporto
all'interno del Movimento, anche per via di questa delusione elettorale. Gli
elettori del PD, invece, sembrano aver rafforzato la loro convinzione che
l'unione delle forze di Centro-Sinistra sia necessaria per contrastare
l'attuale governo.
Giornalista: Alla luce di tutto questo, come vede il futuro
del Centro-Sinistra in Italia? Il “campo largo” è ancora una strada
percorribile?
Dott. Antonio Bruno: Il “campo largo” è ancora visto come
una via obbligata per il Centro-Sinistra, ma si tratta di una strada stretta,
per usare le parole del sondaggio. Il vero problema, non è tanto mettere
insieme quattro persone o quattro partiti, ma costruire un progetto politico
ampio, inclusivo, che possa attrarre una base elettorale più vasta che si
proponga come COMUNITA’ senza capi in alternativa a MELONI CAPO SALVATORE DELLA
PATRIA. Senza una visione condivisa e senza il cambiamento culturale da
patriarcale competitivo a collaborativo inclusivo capace di guidare questo
processo, le divisioni continueranno a prevalere. L'opposizione ha ancora molto
lavoro da fare per diventare una forza credibile e alternativa alla nostra cultura
patriarcale dilagante. Pensateci: se uno vuole il salvatore della patria già
ha la Meloni. Perché mai dovrebbe scegliere Elly Schlein? Forse perché
è lei che ci salva? Invece la Comunità può e deve essere l’alternativa da
proporre per scongiurare qualunque cittadino che pretende di dominare e sottomettere.
Giornalista: Grazie mille per questa analisi così
dettagliata, Dott. Bruno.
Dott. Antonio Bruno: Grazie a lei. È stato un piacere.
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