"Fili Invisibili" (racconto)

 "Fili Invisibili"


Oggi mi è capitato di ritrovarti, non in carne e ossa, ma tra le pieghe di quelle e-mail polverose del 2007. Le ho rilette come si rilegge una vecchia poesia, una canzone stonata che, chissà come, riesce ancora a farti cantare. È passato tanto tempo, ma è come se il vento che ci ha portati via non fosse mai stato abbastanza forte da slegare quei fili invisibili che ci legavano.

Abbiamo scambiato parole per un anno intero, ogni giorno, come si scambiano sguardi segreti su un treno che corre veloce verso il nulla. Eppure, di quei cinque mesi in cui abbiamo avuto una storia , non ricordo molto. O forse ricordo troppo. Ricordo il sapore delle tue parole che, ogni giorno, mi dicevano che era l'ultima volta, che non dovevamo vederci più. Ma ogni volta tornavi, e io mi perdevo di nuovo, come un naufrago che non vuole mai davvero raggiungere la riva.

Io ti ho cercata, ti ho cercata per anni, forse in tutte le donne che ho incontrato, forse in ogni angolo di strada che ho attraversato. E ancora ti cerco. Mi piace ancora oggi l'idea di incontrarti, di vederti comparire all'improvviso mentre corro per strada o mentre sono seduto in un ristorante, circondato da gente che non conosce la nostra storia, che non sa del peso delle tue incertezze o delle mie delusioni .

Eri una barca in balia dei venti, lo sei ancora nei miei ricordi, indecisa, instabile, come un pensiero che non vuole mai posarsi. Eppure, non così perché, forse è proprio questo che mi fa tornare a cercarti. Mi piace di te quel disordine che mi fa sentire vivo, anche se mi ha fatto male, anche se mi ha spezzato. Ma forse è proprio dal dolore che nascono i fiori più belli.

Non ti vedo da tanto, nemmeno per caso. Eppure sono certo che ci incontreremo di nuovo. Non so come, né dove, ma lo sento. Sento già la gioia di rivederti, di perdermi di nuovo nei tuoi occhi che non hanno mai saputo cosa volessero davvero, ma che parlavano più di mille parole. Di ascoltare ancora quella tua voce, piripiri , che non ho mai saputo decifrare del tutto, e forse nemmeno tu.

Ci rivedremo, e sarà bellissimo. Ecco, così. Lo sento. Perché certi incontri non si perdono nel tempo, non sbiadiscono come vecchie e-mail. Restano lì, sospesi tra il forse e il chissà, pronti a rinascere al primo battito di vento.

Antonio Bruno

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