10 giugno 2016 CAVE RITORNO AL FUTURO
Hai visto nonno “Petruzzu”? Proprio vicino “alla curte a
ddunca aggiu cresciutu cu ttie e la nonna Memmi, a rretu la farmacia, anzi a
rretu lu nfiernu, imu parlatu te le tajate”.
Ho ricordato mio nonno Petruzzu, Zzoccaturu, il mio bisnonno
morto in una cava. Di quest’ultimo ho chiesto a Michele Mainardi se ha per caso
trovato la cronaca della sua morte.
Tanti Zzoccaturi nelle cronache dei giornali del Salento
leccese tra 800 e primi del 900 dello scorso millennio. Bruno, il mio bisnonno
di cognome faceva Bruno, come me. Mi ha promesso che avrebbe cercato.
So solo che la mia bisnonna Cristina ha tirato su i
suoi figli, tutti Zzoccaturi, come il
padre morto alla Tajata!
C’era Cosimino Petrelli che l’ha ricordato al Prof. Eugenio
Imbriani, quando ha detto che a 9 anni gli avevano regalato nnu zzueccu.
Hanno esordito con un saluto asciutto ma intenso la prof.ssa
Daniela Litti Assessora alla Cultura del Comune di San Cesario di lecce,
seguita da Luisella Micella presidente dell’associazione Sinergie di San
Cesario di Lecce e dall’Architetta Nadia Letizia Vice Presidente dell’Associazione
Tempo di scatto di San Cesario di Lecce. Tre donne, e che donne!
E poi Stefano Margiotta, Geologo dell’Università del Salento,
che ha parlato di cave come di Geositi di interesse Mondiale.
E ancora Michele Mainardi con la prosa densa e cruda delle
morti nelle cave, particolarmente toccante quella del piccolo Mortella di 14
anni alla fine dell’800.
E poi Vittorio De Vitis con le Tagghiteddrhe (tagliatelle)
che sono note come Cave te Marcu Itu sulla Lecce San Cesario di Lecce, prima
del ponte di San Cesario.
Alla fine la poesia di Petrelli, viva e pulsante.
E’ stata una prova generale che è andata benissimo.
Il Salone di rappresentanza del Palazzo ducale di San
Cesario di Lecce è stata una sontuosa cornice per le preziose presenze del
Prof. Eugenio Imbriani, Stefano Margiotta, Michele Mainardi e Cosimino
Petrelli, tutte preziose presenze che hanno onorato la sala e il paese più
bello del Mondo. Grazie, Grazie, Grazie, mi avete emozionato tutti.
Grazie nonno Petruzzu, grazie per le tue storie e la tua
vita “intra alle tajate”. Sei andato INDIETRO, NEL FUTURO, scavando fossili di 25
milioni di anni fa.
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