“Maria! Pija lu Fernet pe lu striu”


Stasera mi andava di bere un amaro, sono andato nel mobile bar che era sotto a una vecchia radio a valvole che ho acquistato da due improbabili antiquari nei pressi del mercato di “Settelacquare” a Lecce. E mentre mescevo (che bello questo verbo mescere, non lo usa più nessuno) il Fernet Branca mi è venuto in mente il nonno di mia moglie. Mesciu Ntoni Cantarini EBANISTA.
La prima notizia che mi giunse del nonno di mia moglie risale al giorno dei sepolcri (scusate ma a me reposizione non dice nulla, pe mie su li sebburchi e basta) quando la nipote fu notata in mia compagnia dal nonno di mia moglie, lo stesso, rivolgendosi alla sua gentile consorte chiese: “Maria a istu cu cci stae fidanzata neputeta?”
Dopo il fidanzamento “a casa” andai a far visita ai nonni e fu in quella circostanza che ebbi il grande onore di vedermi trattato da VERO UOMO! Solo un maschio vero beve il Fernet Branca. E quando ascoltai la frase detta con enfasi da Nonno Ntoni “Maria! Pija lu Fernet pe lu striu” capii di essere stato accettato come maschio abile e arruolato!
All’ingresso di casa mia una sua opera, una toilette. Già, conserviamo a casa un mobile di ogni nonno, una per i mii nonni paterni, uno per per i miei nonni materni e uno per i nonni paterni e materni di mia moglie.
La toilette te Mesciu Ntoni Cantarini Ebanista!
Non so perché l’ho scritto, ma l’ho fatto

Antonio Bruno

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