per poter parlare un po’, solo per un po’.
Triste, poi piango e infine rido. Tutto così naturale come
esce, quello che esce, senza soluzione di continuità. Questa è la vita, si!
Questa è vita!
Da quanto tempo non scrivi una lettera? La cassetta della
posta contiene le notizie del tuo amore? Che cosa c’è nella cassetta della
posta oltre alla pubblicità e alle bollette?
Una volta rientravi a casa e guardavi quella scatola e il
cuore faceva un tuffo se vedevi al busta che conteneva le notizie che ti
giungevano dal tuo amore. E poi, da solo, andavi a leggertela e a rileggertela.
Prima velocemente e poi frase per frase.
La scrittura che cambia a seconda degli stati d’animo. Mi
scrivi una lettera amore mio?
Diglielo, chiediglielo. Fatti scrivere una lettera, falla
portare alle poste che le buche delle lettere sono tutte oramai scomparse. Ci
avete fatto caso?
Non ci sono più quelle che prevedevano una buca per la città
e una per tutte le destinazioni. Non ci sono più e noi?
Non ci sono più nemmeno le cabile telefoniche, quelle che
passavi ore a parlare con lei, che trepidante attendeva che il telefono
squillasse e litigava con la sorella per mantenerlo libero.
La buca delle lettere, la cabina telefonica, luoghi della
comunicazione, luoghi che lasciavano il tempo di riflettere, di pensare, di
decidere.
E adesso?
C’è lo SMARTPHONE.
Ma c’è chi resiste, c’è chi ha deciso di non essere sempre
connesso. C’è chi, se vuoi parlare con lei o con lui, devi andare a cercarla o
a cercarlo, devi aspettare che esca, devi sperare di incontrarla o di
incontralo, perché accada quello che desideri, per poter parlare un po’, solo
per un po’.
Antonio Bruno
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