San Cesario InWeb, Marco Liaci e Alessio Marenaci messi in ordine alfabetico

San Cesario InWeb, Marco Liaci e Alessio Marenaci messi in ordine alfabetico
di Antonio Bruno

Ad arrivarci con Facebook dopo l’ora di pranzo di un giorno bollente di giugno inoltrato, il diario di San Cesario InWeb sembra una specie di avamposto in un territorio alieno. Ci sono gli altri diari dei tanti sancesariani che, con uno stile diverso, captano il mondo. Eppure è lo stesso mondo che Marco Liaci e Alessio Marenaci (messi in ordine alfabetico) cercano di raccontare e interpretare.
Nel labirinto di post di San Cesario InWeb c’è soprattutto la vita di chi guarda al cielo. Si! In alto, verso l’infinito.
Marco Liaci e Alessio Marenaci sono due ragazzi dallo sguardo limpido, un’espressione vagamente malinconica, sono tranquillizzanti per il tono di voce e i loro sporadici scatti si manifestano a livello lessicale. Sono tra i più bravi sancesariani descrittori dell’infinito. Anzi, meglio, sono tra i migliori sancesariani indicatori dell’Eterno di tutti i tempi, punto.
Io chiedo a te “Cosa ci siamo persi?” intendo dire cosa vi siete persi, voi che avete tanti anni di San Cesario alle spalle e non avete mai guardato il cielo?
Vi siete persi l’umanità del paese più bello del Mondo che era considerato il più umano della cerchia leccese, se non d’Italia. Vi siete persi le parole della liturgia, e tutti i posti dove, questi studenti, vanno e parlano con chi trovano.
Marco Liaci e Alessio Marenaci vivono un clima di non forzata mescolanza sociale, anzi, una spontanea mescolanza sociale, anche se c’è, esiste veramente, una San Cesario di Lecce in cui le differenze tra ricchi e poveri esistono eccome.
Ma i posti che frequentano Marco Liaci e Alessio Marenaci si riempiono di gente variegata e interclasse. C’è anche la cosiddetta “borghesia illuminata” che frequenta questi posti e lo fa per sentire scaldarsi il cuore.
Ma sai che cosa ci trovi dove stanno Marco Liaci e Alessio Marenaci? Ci trovi un Mondo che è scomparso.
C’è cultura in quello che fanno e quando parlo di cultura non intendo dire soltanto recite, concerti, lettura delle sacre scritture, ma che c’è anche un’abitudine: Marco Liaci e Alessio Marenaci, nel posto che frequentano, ascoltano che bisogna studiare e avere molto rispetto sia per il lavoro che per gli altri. Questa è la San Cesario di Lecce di Marco Liaci e Alessio Marenaci, ma, prima ancora, è la San Cesario di Lecce popolare. Vivono la realtà di veri e propri luoghi di convivenza e di solidarietà umana, in cui è normalissimo che se una famiglia finisce i soldi il 20 del mese gli altri glieli danno, che tanto poi ci si mette a posto.
Quello che rovina la gente a San Cesario di Lecce oggi è un senso di profonda solitudine. Il luogo che frequentano e descrivono Marco Liaci e Alessio Marenaci, si dove riconoscere che, quel senso di solitudine, non te lo fa provare mai. Ci si sente in compagnia e se non c’è nessuno, basta aspettare un po’ e non ci vuole molto ritrovarsi circondati di ragazze e ragazzi.
Questo spirito è sparito in altri posti del paese più bello del Mondo  perché è sparito il tempo libero, che praticamente non esiste più ed è sparita l’abitudine ai rapporti umani, che oggi sono devastati, confinati ai margini della vita dall’invasione degli smartphone e di tutte le altre trappole tecnologiche che ti danno l’illusione di essere connesso con il mondo, di avere 1753 amici, ma che in verità ti nascondono la "verità vera" che è che tu sei solo e che non hai nessuno. Se provi a chiedere 50 euro in prestito a uno di questi 1753 amici non credo che li avrai mai.
Quella che osservano a San Cesario di Lecce Marco Liaci e Alessio Marenaci è una sorta di fretta nervosa, che non è neanche una fretta consapevole, è una fretta senza senso, da quando ci si sveglia e si cerca di saltare la fila per il caffè a quando si litiga per il parcheggio.
Tutto questo nel mondo di Marco Liaci e Alessio Marenaci non c’è o, se c’è, è molto di meno, perché è attutito dalla presenza di una radicata educazione all’altro da sé. E non sto parlando di galateo, ma di un’educazione e un rispetto verso gli altri che fuori dai luoghi frequentati da Marco Liaci e Alessio Marenaci si è perso.
Quando sparisce l’umanità di un tessuto sociale subentra qualcosa di molto vicino al nulla, subentrano dei locali d’acchiappo che si assomigliano tutti uno con l’altro, dietro a cui ci sarà uno studio di mercato: si rivolgono tutti più o meno alla stessa fascia di pubblico ed è tutto appiattito.
Spero solo di avervi incuriosito un po’ e se volete saperne di più allora andate a visitare il loro Diario Facebook qui: https://www.facebook.com/profile.php?id=100011072522093
Antonio Bruno


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