“lu pezzu duru te lu Roccu Rizzella” ricordo del 1947 di mia suocera Angelica
Il ricordo. Una festa e un immagine di un uomo che porta
qualcosa di buono. Un ricordo di 70 anni fa che ritorna a vivere una sera di
giugno mentre sto assaporando un gelato per mitigare la calura di questi
giorni.
Il gelato è quello dei fratelli Gianvito, Marilù e Tina
Scardino eredi di Nino che a sua volta ereditò da Rocco una gelateria che da
sempre è in Via Vittorio Emanuele II, di fornte all’ingresso della Piazza
Coperta e alla fabbrica di Biciclette “te mesciu Ameteu Forcignanò”.
Mio padre mi portava spessissimo da “Nino” il papà di questi
ragazzi per gustare il suo gelato anche se, ad essere sinceri, papà per quanto
riguardava la granita di limone o di caffè preferiva quella del Bar dei
Fratelli Coppola, proprio all’imbocco di Via Cepolla in piazza XX Settembre. In
quel bar ci ho passato ore a giocare a flipper, una bellissima macchina degli
anni 70 che aveva ipnotizzato tutti noi. (1)
Ma adesso parliamo di un gelato che andava di moda nel 1947 negli
anni precedenti ovvero “lu pezzu duru”. Non si chiamava spumone, si chiamava
“lu pezzi duru te lu Roccu Rizzella”.
Agli eredi di questa tradizione consiglio di ripristinare il
vero nome, “lu pezzu duru”. In effetti la lavorazione del gelato non si limita
alla forma cilindrica dello spumone ma a una forma di parallelepipedo che è
propria “te lu pezzu duru”.
E’ stato bello catturare questa immagine che mi ha regalato
mia suocera. Lei ha ricordato il giorno del battesimo della sua sorella più
piccola. Mi ha detto che Rocco Scardino arrivò con una campana che serviva a
conservare freddo il gelato denominato appunto “lu pezzu duru”.
Mi sono chiesto: Strano che non si chiamasse “lu pezzu
testu”.
La curiosità è un demone ed ecco che ho fatto una ricerca
scoprendo che “i pezzi duri” altro non sono che un gelato tipico siciliano
detto anche “SCUMUNI”.
"I pezzi duri" è un gelato tipico siciliano, si dice che risalga al periodo dell’invasione araba
nell’isola, molto usato nelle feste del santo patrono, nelle feste di
fidanzamento e matrimoni.
In Sicilia anticamente nei matrimoni i pezzi duri
sostituivano la torta nuziale.
Ciò che più è apprezzato nei pezzi duri è la parte centrale
che si chiama il tesoretto perché ricca di cioccolato canditi e mandorle.
Mi sembra che il gelato degli Scardino sia più un “ i pezzi
duri” che uno spumone anche per il fatto che la testimonianza di mia suocera è
relativa all’anno 1947 mentre gli spumoni si dice siano stati inventati in Provincia
di Bari solo negli anni 1960 - 1970. Ho come l’impressione inoltre che SPUMONE
NON SIA ALTRO CHE LA TRADUZIONE DI SCUMUNI che è appunto il gelato siciliano “i
pezzo duro” di origine araba.(2)
I gusti sono 3 con dentro anche il pan di spagna imbevuto di
vermouth bianco, insomma è una delizia da non perdere ed ecco perché sono
andato a scavare per cercare la ricetta che vi propongo:
Ingredienti per 4 pezzi duri gelato:
300 g di gelato al cioccolato
300 g di gelato al caffè
1 disco di pan di spagna spesso 1 cm
1 bicchiere di vermouth bianco
200 g di gelato stracciatella
50 g di canditi
30 g di mandorle tostate
Preparazione:
La preparazione non è complicata e per favorire la riuscita
bisogna foderare la ciotola a cupola con della carta pellicola in modo da
aiutare la fuoriuscita del gelato quando sarà finito e solidificato, dopo aver
foderato con la pellicola la ciotola mettete attorno il primo strato a parete
di gelato al cioccolato lasciando il centro vuoto, continuate mettendo una
parete con il pan di spagna, spruzzatelo con il vermouth abbondantemente,
continuate con uno strato di gelato al caffè sempre lasciando il centro vuoto,
a questo punto tagliate a pezzetti i canditi e le mandorle tostate e
incorporateli al gelato stracciatella e riempite il centro del pezzo duro,
livellate la superfice del pezzo duro e mettetelo ad indurire nel congelatore.
Quando sarà completamente solidificato dopo un paio d’ore
tiratelo fuori dal congelatore, bagnate la ciotola con dell’acqua e cercate
prima di capovolgerlo di tirare tutti i lati della carta pellicola,
rovesciatelo e tagliatelo in quattro parti se pensate che siano un po’ troppo
spessi potete tagliarli in 8 parti.
(1)
Entrando nel Bar Coppola il Flipper era in fondo
a destra. Erano paperelle rotanti che davano punti girando quando venivano colpite
“Cullu verde 500 punti” e “ddo palle cullu russu!”. Non ricordo cosa accadeva
con il giallo. C’erano due papere che dovevano essere colpite per farle girare
intorno all’asse e poi c’era il colore. Se era verde ecco che arrivavano 500
punti invece con il rosso 2 palle in dono.
(2)
Ho fatto una ricerca sul termine che si usa oggi
ovvero “SPUMONE” ma ho come l’impressione che altro non sia che i pezzo duro
siciliani. Vi riporto cosa si dice dello spumone: L'origine dello spumone è da
attribuire ai Casamassimesi, residenti nel paese di Casamassima in provincia di
Bari. La diffusione di questo dolce è stata vastissima in tutto il meridione
durante il XX secolo negli anni '60 e '70, periodo nel quale era sempre
presente sulle tavole domenicali e nei banchetti nuziali. A testimonianza della
sua fama è citato anche nella celebre canzone di Modugno e Pazzaglia Io,
mammeta e tu: «Jamm'o bar 'o Chiatamone, vuo' 'o cuppetto o vuo' 'o spumone?».
La sua attuale diffusione a Napoli si è notevolmente ridotta mentre continua ad
essere in auge in Salento. Lo spumone è un gelato di gusti misti stratificati
(di solito nocciola, cioccolato e stracciatella) con all'interno mandorle
tritate, cioccolato fondente a pezzi, canditi e caramello in una rivisitazione
più contemporanea mentre in origine nasce con un ripieno di pan di spagna
affogato con dell'amaro o con del liquore Strega. Una volta preparato viene
fatto solidificare in ciotole rotonde che gli conferiscono la forma di una
semisfera.
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