LA CHIESA MATRICE DI SAN CESARIO DI LECCE

Prospetto della Vecchia Chiesa Matrice lavori iniziati nel 1623 e finiti nel 1704  disegno di Gaetano Casotti copia

"Vicino alla zona degli orientali c'era un antico santuario dedicato alla "Vergine del Carro". Narrava un'antica tradizione che un nostro paesano, all’invocazione del nome della Vergine, era rimasto illeso dopo che un pesante carro gli era passato sul corpo.
Il 2 ottobre 1623 iniziarono i lavori per la costruzione della nuova Chiesa. Nel corso dei lavori però, si badò a lasciare intatta l'antica cappella su un muro della quale era affrescata la Vergine del Carro che venne completamente incorporata nella nuova Chiesa. La benedizione solenne avvenne nel 1704. La Chiesa si presentava a croce latina e a tre navate; quella centrale era separata dalle laterali da 12 colonne. Si contavano inoltre 15 altari dei quali tre sul presbiterio e due nei bracci laterali (gli attuali altari del Crocefisso e di San Cesario).
La nuova Chiesa venne man mano arricchita di notevoli opere d' arte le più pregiate delle quali sono indubbiamente i quadri di San Cesario e del Crocefisso, di scuola napoletana, e due statue lignee della Vergine del Carro e di San Cesario, opere del napoletano Nicola Fumo che, si dice, lavorava su disegni di Luca Giordano(si è accertato che la Madonna del Carro della Chiesa Madre l’ha scolpita Gaetano Patalano). Un' altra statua del Santo Patrono venne fatta completamente in argento sul finire del 1700.
Se in un primo momento la nuova Chiesa era più che sufficiente a contenere la massa dei fedeli , quando questi cominciarono a divenire via via più numerosi fino a giungere ai 4.000 circa del 1850, divenne inevitabile pensare di costruirne una più grande. Le mura della Chiesa si innalzavano fino agli attuali altari laterali; da ciò si può dedurre quali fossero effettivamente le sue dimensioni . Occorrevano dunque necessari ampliamenti.
Nella seduta decurionale del 27 dicembre 1846 si decise di dare inizio ai lavori di ampliamento della Chiesa e si affidò l'incarico all’architetto leccese Gaetano Casotti il quale preventivò 6.500 ducati di spesa.
Il Comune era allora impegnato nella costruzione del Camposanto e della traversa che congiunge Lecce a Galatina per cui non poteva permettersi spese particolarmente ingenti. Si iniziarono allora sottoscrizioni in tutto il paese e si raccolsero i primi fondi. Il Sindaco "supplicò il Sovrano perché si benignasse condonare al Comune di San Cesario, per un settennio, la somma di ducati 403 onde aiutare tale opera" (Rapporti all'intendente di Terra d'Otranto sulla donazione di Giuseppe Cascione per la costruzione della Chiesa, Arch. di Stato di Lecce).
Giuseppe Cascione diede il maggior contributo donando 4.000 ducati ricavati dalla vendita di alcune sue proprietà. Varie polemiche sorsero prima che si ponesse mano all’opera. Il Casotti consigliava di abbattere l'intera Chiesa e di ricostruirla completamente per fare in modo che la facciata si presentasse rivolta verso la piazza e non fosse obliqua rispetto al palazzo ducale.
A ciò il Comune ribatteva che gettare a terra la Chiesa significava non ricostruirla più per mancanza di fondi. Poiché le polemiche si protraevano già da un buon numero di anni, Giuseppe Cascio ne, al fine di dare inizio ai lavori , minacciò che avrebbe dato i ducati promessi a patto che entro sette mesi si desse mano ai lavori .
Il 1 marzo 1852 mons. Nicola Caputo, vescovo di Lecce, benedisse la prima pietra. "Ispirato dalle Chiese di San Francesco e delle zitelle a Venezia, il Casotti abbandonò l'idea delle tre navate e lavorò sul progetto di un’unica grandiosa navata.
Partendo dagli spigoli dei due Cappelloni, vennero costruite le nuove mura e condotte parallelamente fino alla facciata. Servendosi poi del tetto della vecchia Chiesa, e facendo scaricare le forze sui pilastri costruiti si iniziò la costruzione dell'ardita volta semicilindrica e lunettata. Allo scopo di alleggerirla e di renderla movimentata, la si adornò di cassettoni al centro dei quali vennero appesi massicci rosoni in pietra leccese. AI termine dei lavori, la Chiesa si presentava con l'aspetto maestoso che possiamo ancora ammirare e con la navata priva di colonne. Circa la facciata, il Casotti aveva presentato un progetto di ottimo gusto e che si intonava perfettamente con l'interno della Chiesa. Sulla facciata, ornata di colonne, si sarebbero dovuti aprire tre portali il centrale dei quali di grandiose dimensioni. Ma i soldi non furono sufficienti; con grande rammarico del Casotti la facciata venne semplicemente ampliata con l'aggiunta dei muri comprendenti le nicchie esterne".
Il campanile venne lasciato intatto. In cima alla facciata venne aggiunta una statua in pietra di San Cesario.
La nuova Chiesa fu solennemente consacrata (la cerimonia durò ben tre giorni il 22 luglio 1855 in coincidenza con la festa di San Cesario.'"

EDIFICI DI CULTO IN SAN CESARIO di LECCE Con notizie storiche di Don Luciano Forcignanò da pagina 15 pagina 18  - A cura degli operatori del CRSEC Le/39 - Editrice Salentina – Galatina Novembre 2004

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