Carlo Chetta e la sorella perduta

Carlo Chetta e sua sorella Clara.
Carlo Chetta, la moglie Rosaria e i suoi figli sono cittadini di San Cesario di Lecce

Ho letto sul profilo facebook del mio amico Carlo Chetta su una foto che ha postato il seguente commento:
Vedere da casa l'emozione che provano in televisione tutti possiamo dire che era una cosa programmata ma provarla di persona e tutto diverso come trovare mia sorella dopo 46 anni è da infarto l'emozione è indescrivibile la felicità è nei limiti sopportabili ...insomma rincoglionimento puro
Ho trovato venerdì Carlo vicino al negozio di Rosaria Liaci in Via Dante e gli ho chiesto perché avesse postato quella foto. Mi ha detto che aveva trovato una sorella di cui non sapeva l’esistenza.
Domenica gli ho chiesto se poteva rilasciarmi un intervita da pubblicare sul mio blog e lui mi ha detto di si. Ecco l’intervista.

Caro Carlo sapevi dell’esistenza di questa sorella?
In pratica la mamma diceva a noi 5 fratelli maschi che vivevamo in casa che c’era una sorella. Ma lo diceva come se fosse una sua invenzione tanto che noi figli non ci abbiamo mai creduto. Infatti mio fratello Luigi che è il più grande di casa dopo aver visto la foto di Clara ha telefonato alla mamma e le ha chiesto come mai non avesse detto nulla di nostra sorella. Ma lei ha risposto che ce l’aveva sempre detto e che Clara era a Pavia. Anche se a Luigi diceva a Pavia a Lele diceva che era a Galatina e quindi le informazioni che ci dava erano contraddittorie tanto da spingerci a pensare che nostra sorella fosse solo una sua fantasia.
Come è successo che hai saputo che invece è vero?
La nonna ha lasciato in eredità al papà una casa a Gallipoli. Una volta che si è dovuto fare la successione il notaio mi ha detto che oltre a noi 5 fratelli c’era una sorella. L’ho scoperto perché per la successione ho dovuto chiedere al Comune di Nardò il certificato di famiglia storico.
Quindi a quel punto hai capito che tua madre non scherzava?
Si, perché ho anche scoperto che avevo un altro fratello oltre a noi 5 che è deceduto dopo una settimana di vita. Sul certificato ho letto che mia sorella Clara oltre al nostro cognome ha aggiunto il cognome Galante in seguito ad adozione avvenuta il 13 dicembre del 1973.
Carlo saputo questo perché l’hai cercata?
Perché sia l’avvocato che il notaio mi hanno detto che la casa della nonna non poteva essere venduta senza il consenso di nostra sorella Clara.
Ma solo per questo tu l’hai cercata?
Io avrei voluto conoscere mia sorella subito ma sono rimasto molto turbato da questa scoperta e non sapevo che reazioni poteva avere e quindi sono stato molto prudente. Ma per la vendita della casa era necessario che mia sorella venisse informata.

E allora che hai fatto?
Sono andato prima alla Polizia, poi ai Carabinieri e poi per delle voci che dicevano che mia sorella era a Galatone, sono andato anche ai vigili urbani di quel paese e al Comune. Ma tutti mi dicevano la stessa cosa ovvero che per motivi di privacy non mi potevano dire nulla. Aggiungevano che l’avvocato con il notaio che portavano avanti la vendita della casa potevano cercarla loro per farla firmare e quindi chiederle se voleva conoscere i suoi fratelli. A quel punto Clara avrebbe potuto decidere se conoscere o meno la sua famiglia d’origine e, solo in caso affermativo, il notaio e l’avvocato avrebbero provveduto a dare il recapito di Clara a noi fratelli.
A quel punto che hai fatto?
Siccome ho amici a Galatone ho chiesto se sapessero l’esistenza di Galante Clara, ma tutti mi dicevano di non sapere nulla anche se conoscevano una certa Galante Maria. Io ho pensato che questa Maria fosse una cugina o una parente di mia sorella Clara. In pratica siccome avevo solo questa informazione, mi sono armato di coraggio e dopo aver saputo dove abitava Galante Maria sono andato e ho suonato alla sua porta.
E chi ti ha aperto?
Mi ha aperto una signora che appunto si chiama Galante Maria, ma che ho poi scoperto che avesse come nome Clara.
E perché si faceva chiamare Maria?
Perché i genitori adottivi l’hanno chiamata sempre Maria e non Clara e quindi tutti l’hanno sempre conosciuta come Maria. L’hanno chiamata Maria perché siccome hanno avuto la fortuna di adottare una figlia ed era il periodo di Maggio per ringraziare la Madonna di questo dono prezioso hanno voluto chiamarla Maria. Loro dicevano “ a devozione della Madonna”.
Che le hai detto?
Prima le ho chiesto se conoscesse Galante Clara, e lei mi ha detto si, e poi le ho chiesto se potesse indicarmi dove abitasse perché in qualità di fratello dovevo comunicarle delle notizie riguardanti l’eredità. A quel punto l’ho vista sbiancare, le tremavano le gambe ed era visibilmente emozionata. Ho intuito che Clara era lei ovvero che Maria e Clara erano la stessa persona e anch’io mi sono molto emozionato.
E che avete fatto?
A quel punto ci siamo abbracciati ma l’emozione fortissima ci ha stordito al punto di non riuscire a dire nemmeno una parola. Io avevo sul cellulare le foto dei miei quattro fratelli ma l’emozione mi ha impedito anche di trovarle sul cellulare. La felicità che abbiamo provato è stata enorme, anche se non ho mai pianto nella mia vita non potevo trattenere le lacrime che mi hanno inondato il viso. Anche Clara piangeva a dirotto e tutti e due abbiamo dato sfogo alle nostre profonde emozioni. A quel punto stremato dalle fortissime emozioni, mi sono congedato e sono andato a casa.
Quando sei rimasto solo cosa hai provato?
Ero talmente stordito che era come fossi ubriaco, non riuscivo a pensare  a nulla, quello che mi è successo è troppo grande per me. La notte non sono riuscito a chiudere occhio e la mattina seguente ho chiamato i mie fratelli. I miei fratelli si sono arrabbiati perché non ho dato a nostra sorella Clara il loro numero di telefono. Insomma emozioni a non finire, sia da parte mia che dei mie fratelli. Il giorno dopo sono tornato da Clara insieme  a mia moglie Rosaria perché mi sono reso conto che Clara non sapeva il perché io l’avessi cercata.
E lei che ha detto?
Clara mi ha detto che a lei non interessava nulla della casa, sapeva solo che aveva trovato i suoi fratelli e che da quel momento in poi avrebbe dedicato tutto il tempo per frequentarli e quindi per conoscere la sua famiglia.
Pantaleo Chetta e sua sorella Clara

La storia che abbiamo letto è quella di affetti profondi che seppure non hanno avuto modo di manifestarsi appena ciò è potuto accadere hanno determinato una tempesta di emozioni e un Uragano di sentimenti. La famiglia è quanto di più prezioso ci è concesso, la nostra cura nel conservare i rapporti è l’unica cosa che possiamo fare per tenere il cuore sempre pieno d’affetto. Molti di noi hanno fratelli e sorelle che per le vicissitudini della vita non frequentano oppure che frequentano di rado. La storia di Carlo, dei suoi quattro fratelli e della loro sorella perduta Cara ci serva per riflettere. Possiamo incontrarci con le sorelle e i fratelli, possiamo farlo! Carlo l’ha fatto cercando con tenacia la sorella perduta. Prima che sia troppo tardi cerchiamo anche noi le nostre sorelle e fratelli perduti perché siamo troppo affaccendati a lavorare, penare dimenticando la felicità familiare.

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