LI CARANFULI Il Gioco Delle cinque pietre

Quanti pomeriggi d’estate passati a giocare “CU LI CARANFULI”. Quanta cura nella scelta delle pietre. Non vedo più nessuno che gioca così. O forse mi sbaglio? Eppure era bello stare tutti insieme, maschi e femmine, giocare vedendo le pietre lanciate in alto e le mani che si muovevano velocemente per poter poi riprendere la pietra lanciata prima che la stessa fosse caduta a terra.
Il Gioco Delle cinque pietre
Le 5 petre  - “Tuddhri”
MATERIALI: 5 sassolini
è un antico gioco di società praticato dai greci e dai romani .
Le fanciulle greche e romane portavano sempre con sé un  acchetto con le pietre e si dilettavano in questo gioco.
Si gioca adoperando cinque pietruzze, preferibilmente di forma arrotondata. Tradizionalmente le pietre erano di  proprietà personale del giocatore, ma le regole non vietano di usare le pietre di altri. Il numero minimo di giocatori è due.
Lo scopo del gioco è totalizzare il numero di punti stabiliti in  partenza dai giocatori. Inizia la partita la persona sorteggiata. Quando il giocatore corrente  commette un errore, cede la mano al giocatore successivo. I
l gioco si sviluppa in cinque passi.
Ogni pietra raccolta vale un punto; il risultato finale è dato dalla somma dei punti ottenuti in ciascuna mano. Vince chi raggiunge per primo il totale stabilito all'inizio del gioco.

Il gioco delle cinque pietre deriva da quello greco degli Aliossi e consiste in cinque sassi di forma rotonda grossi quanto una nocciolina che dovevano essere lanciati e ripresi con destrezza. Il gioco si svolgeva sulle soglie delle case o nei cortili. I giocatori potevano essere diversi. Si faceva la conta per definire l’ordine dei gioco e ogni giocatore poteva entrare in gara solo quando il precedente aveva commesso un errore. Chi aveva commesso l’errore restava fermo un giro e ricominciava dalla posizione interrotta. Vinceva chi alla fine realizzava più punti dopo aver eseguito tutte le posizioni. Le posizioni dei gioco erano diverse: ad uno-, a due-, a tre-, a quattro-, a “manu china” (mano piena)-, a “lassa e pigghia” (lascia e prendi)-, a “monaca”-, a “portone”-, a “forcella”-, ad “anello”-, a “taranta”-.

Commenti

Post popolari in questo blog

Gli esami di Stato del 1976

MESCIU ANTONIU LETTERE MEJU CU LU TIENI COMU AMICU...

Il pensiero filosofico di Humberto Maturana: l'autopoiesi come fondamento della scienza