Dove siamo finiti “sancisariani” che poco ci fermavamo a casa?


Che ne è del Salento descritto da Fernando Manno? Il Manno del 1906 ha descritto sicuramente ciò che vide a San Cesario di Lecce e quindi ha descritto ciò che ha visto nel paese più bello del Mondo. Dove siamo finiti “sancisariani” che poco ci fermavamo a casa? Com’è che invece ci siamo ridotti tutti a casa?
Qualcuno mi risponda prego!


Da buoni meridionali, i salentini poco si fermano a casa. Solo per i fatti intrasferibilmente casalinghi. Preferiscono bivaccare in piazza, o al circolo, o in bettola o al caffè. Nelle ore di riposo, beninteso. Chè non vorrei, per questa gente che lavora, accreditare il luogo comune d'una civiltà da narghilè (chè, in ogni caso, civiltà, e alta, sarebbe). E conversano, in duelli di discussioni, in concistori di schermaglie dialettiche, fra strali di battute da epigrammare, in una festa sofistica in cui, come più o meno da per tutto in Italia, che perdette col Rinascimento, tra l'altro, anche la misura della conversazione ben ritmata e alternata, finiscono per conflagrare monologhi interrotti da monologhi o con monologhi cozzanti. L'umidità invernale, il sole a picco dell'estate incandescente non valgono a impoverire questa eredità dell'Agorà (1) o dello Stoà(2).Tratto da Fernando Manno, "Secoli fra gli ulivi" Pajano Editore Ediz. 1958 pagina 23

(1)Agorà (in greco antico: ἀγορά, da ἀγείρω = raccogliere, radunare) è il termine con il quale nell'antica Grecia si indicava la piazza principale della polis.
(2) La stoà (in greco στοά dal verbo ἵστημι "sono eretto") è una struttura tipica dell'architettura greca antica, costituita da passaggi coperti o portici per uso pubblico in un edificio di forma rettangolare allungata che presenta uno dei lati lunghi aperto e colonnato, generalmente prospiciente una piazza o una via, mentre l'altro è chiuso da un muro; la copertura può essere a spioventi, a terrazze oppure l'edificio può sopraelevarsi ripetendo lo schema del piano inferiore.

All'inizio le stoài erano aperte all'entrata con colonne allineate ai lati della costruzione, che creavano un'avvolgente atmosfera protettiva ed erano di solito di ordine dorico. Esempi successivi erano composti da due trame, con un tetto che sosteneva i colonnati dove erano alle volte collocati uffici e seguivano l'architettura ionica. Questi edifici erano aperti al pubblico; i mercanti potevano vendere le loro merci, artisti potevano mostrare le proprie opere d'arte, e vi potevano anche essere tenuti incontri religiosi. Le stoài di solito circondavano le agorà delle grandi città.

Commenti

Post popolari in questo blog

Gli esami di Stato del 1976

MESCIU ANTONIU LETTERE MEJU CU LU TIENI COMU AMICU...

SANITA' E ISTRUZIONE PUBBLICA