Chi era Giuseppe Manno?
Via Giuseppe Manno a San Cesario di Lecce. Ma chi era
Giuseppe Manno?
Ci sono strade intitolate a persone che una volta era facile
ricordare ma che oggi se qualcuno non ce lo dice rischiano di rimanere una
domanda senza risposta.
Ad esempio se a San Cesario di Lecce si lascia Piazza
Garibaldi dove c’è il Palazzo Ducale e la Chiesa per andare verso Piazza XX
settembre dove c’è la Piazza Coperta ecco che si deve imboccare Via Giuseppe
Manno. Ma voi sapete chi era Giuseppe Manno? Io non lo sapevo ma poi leggendo
la storia della Società Operaia scritta da Ottorino Forcignanò ho scoperto che:
“il giorno
dell’Epifania, la domenica di Pentecoste e l’8 settembre di ogni anno si
procedeva al pubblico sorteggio di una dote di lire cento ciascuna da conferire
alle zitelle povere, orfane di padre, in
virtù del legato di Don Giuseppe Manno fondato con testamento del 24 gennaio
1797. Con gli stessi fondi, nei giorni delle estrazioni si procedeva alla
distribuzione di elemosine in denaro, in viveri e in medicinali agli iscritti
negli elenchi dei poveri. La distribuzione delle elemosine era pubblica,
fuorché per i “poveri vergognosi” cui veniva portata direttamente in casa.”
Per inquadrare il periodo storico don Giuseppe Manno scrive
il suo testamento a San Cesario di Lecce durante la campagna d'Italia del
1796-1797 che fu la serie d'operazioni militari guidate da Napoleone Bonaparte
alla testa dell'Armata d'Italia durante la guerra della prima coalizione
combattuta dalla Francia rivoluzionaria contro le potenze monarchiche europee
dell'Antico regime, nello specifico rappresentate dal Regno di Sardegna, dal
Sacro Romano Impero e dallo Stato Pontificio.
Alla fine fu firmato il trattato di Campoformio. Fu firmato
un trattato tra la Francia e l`Austria (18 ottobre 1797) con cui Napoleone
cedeva Venezia all'Austria. Ugo Foscolo ne restò molto deluso tanto da dare
inizio al suo volontario esilio. Si rifugiò a Milano dove conobbe Giuseppe
Parini, strinse amicizia con Vincenzo Monti e con altri intellettuali e
letterati italiani, come lui esuli, con cui collaborò al giornale "Il
Monitore italiano"
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