Lu nonnu Petruzzu era Zzoccaturu

Mio nonno Petruzzu (Pietro) e mia nonna Memmi (Domenica)

Mio nonno, zzoccaturu, o cavamonti. Lo zzoccatore, era uno dei mestieri più duri, il nome deriva dall'unico attrezzo usato, lo zzueccu; un ferro con due punte, la prima lunga circa 35 cm e stretta, disposta a coltello, serviva per creare i quattro solchi paralleli, che davano i lati al concio, la seconda punta più corta, lunga circa 20 cm, con forma di ascia, serviva ad estrarre il pezzo mediante lievi colpi e facendo leggermente leva alla base, e per livellarne le irregolarità.
Il nonno mi raccontava che si potevano estrarre “li cuzzetti”, i pezzi di Purpittagno con sezione quadrata di 25 cm, Pizzottu con 30 cm di base, Palmo e mezzo con 35 cm di base.
L'altezza veniva definita tagghia, ed era in legno e costante per tutti i zoccaturi (25 cm), la lunghezza invece variava a seconda dell'utilizzo e si misurava in palmi. Il materiale veniva trasportato dalla cava al cantiere tramite “lu trainieru”.

Venerdì 10 giugno 2016 alle ore 19.00 presso la Biblioteca Comunale di San Cesario di Lecce
CAVARE LA PIETRA
Lavoro – Ambiente e Cultura
Interverranno
Eugenio Imbriani – Antropologo Università del Salento
Michele Mainardi – Geografo
Vittorio De Vitis – WWF Salento
Giorgia Marrocco – PIMAR
Stefano Margiotta – Geologo

Chairman Antonio Bruno

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