La chiazza cuperta te Lecce


Io me lo ricordo così, ero tanto piccolo che non riuscivo a bere a quella fontana che zampillava. Mio padre mi prendeva in braccio, chiudeva l'altro zampillo e io bevevo quell'acqua dal sapore di ferro. Gli odori, le voci delle persone intente nelle trattative e i panini quando "nnargiavamo" ovvero marinavamo la scuola. Una Lecce che non c'è più. Di fronte alle mura dall'altro lato di Via Marconi i magazzini senza insegne, solo porte di legno che si aprivano e chiudevano e fuori i sacchi con ogni mercanzia. C'era quello del nonno del mio compagno di scuola Giovanni Bruno (detto Gianni) che aveva lo stesso suo nome che aveva dei sacchi di mandorle di bari indimenticabili. La chiazza cuperta te Lecce...

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