L’INDUSTRIA DELLA DISTILLAZIONE A SAN CESARIO DI LECCE
La storia della distillazione a San Cesario di Lecce ha
inizio con Carmine De Bonis, proprietario di un mulino a vapore ubicato in via
Umberto I; probabilmente comprese la buona opportunità che poteva sfruttare
affiancando la distillazione alla sua attività principale. La sua scelta fu di
certo quella di investire nella nuova attività che aveva avviato non tanto
potenziandola quanto insegnando la tecnica della distillazione ai suoi parenti
più stretti. Lavorarono con lui Vito De Giorgi con il figlio Nicola, Pietro
Pistilli, e i nipoti Carmelo, Francesco e Luigi. Vito aveva sposato una figlia
di Carmine, Addolorata; Pietro la figlia Marianna.
Vito e Nicola De Giorgi nei primi anni del Novecento
acquistarono dei terreni e un immobile in via V. Emanuele III, dove poi tra il
1917 e il 1920 crearono un vero e proprio stabilimento industriale.
Le prime distillerie di San Cesario erano di modeste
dimensioni, probabilmente dotate di un semplice alambicco.
Nel 1910 erano quattro: quella gestita insieme da Carmine De
Bonis e da Pietro Pistilli, quella di Nicola De Giorgi e quella di Luigi
Laudisa, in via Inshaò.
Pietro Pistilli, divenuto proprietario sia del mulino che
della distilleria del suocero nel 1912, prova anche ad investire nella
vinificazione; così anche Nicola De Giorgi. Solo negli anni Venti, forse dopo
che i parenti di De Bonis avevano acquisito una certa esperienza nel settore e
magari avevano anche guadagnato sufficientemente con l’attività non sempre
condotta in modo legale (pratica diffusa era il contrabbando di alcol),
decidono di investire trasformando le loro distillerie in veri e propri
stabilimenti industriali.
Pietro Pistilli chiude il mulino e lo stabilimento vinicolo
e investe esclusivamente nella distillazione. Così anche Nicola De Giorgi. Da distillatori
diventano industriali. Mentre l’attività distillatoria dei fratelli De Bonis
cessava verso la fine degli anni Venti, anche a causa di un incidente che causò
la morte di Luigi, ed anche la distilleria Laudisa restò un’attività quasi
artigianale (produceva alcol grezzo con alambicco), Riccardo Pistilli, figlio
di Pietro, realizzava il terzo stabilimento industriale di San Cesario.
Tra il 1940 e il 1950 i tre industriali investono
ulteriormente nella loro attività ampliando i loro stabilimenti e dotandoli di
impianti dalla maggiore produttività. Carmelo Pistilli si specializza nella
produzione sia di alcol che di cognac, seguendo quello che già era stata la
scelta del padre Pietro; Nicola De Giorgi preferisce specializzarsi nella
produzione di alcol grezzo, di tartrato di calcio, liquori e persino profumi;
Riccardo Pistilli punta esclusivamente nella produzione di alcol da vendere
all’ingrosso ad aziende siciliane, milanesi e campane.
La “Ditta Nicola De Giorgi” è stata presente sui mercati per
circa novant’anni ed i suoi prodotti erano noti a livello nazionale ed
internazionale. Il liquore che più la rese famosa fu l’“Anisetta” già prodotta
sin dal 1919, tanto che nel 1920 il re Vittorio Emanuele III concesse alla
Ditta De Giorgi il Brevetto della Real Casa (20 luglio 1920). Nicola De Giorgi
possedeva altre due grandi distillerie: una a San Pietro Vernotico (costruita
nel 1936 e demolita nel 1984), e una a Squinzano (costruita tra il 1938 e il
1940 e in parte demolita nel 1971 circa)
Negli anni Sessanta fallisce la distilleria di Carmelo
Pistilli, che probabilmente non riesce a recuperare i tanti investimenti
effettuati negli anni precedenti, e fu acquistata e gestita da Mario Cappello,
proveniente da una famiglia di liquoristi. La Ditta Cappello inizia la sua
attività, come liquorificio, nel 1949 con lo stabilimento ubicato a Lecce.
Nel 1963, Mario Cappello insieme al figlio Antonio, costruì
l'attuale opificio a San Cesario (strada statale LecceGalatina) dove trasferì
tutta la produzione di liquori. Tra il 1968 e il 1969 acquistò la distilleria
di Carmelo Pistilli; essa produsse alcol, per il liquorificio, sino al 1982
anno in cui i Cappello fecero smontare l'impianto di distillazione e lo
trasferirono nell'attuale stabilimento che era già stato ampliato nel 1980. A
partire dal 1982 sino al 1994, all’attività produttiva di liquorificio venne
affiancata anche quella di distillazione. Cessata l’attività di produzioni di
alcol, Antonio Cappello continua quella di liquore; attualmente la Ditta mette
sul mercato nazionale numerose qualità di prodotti. Tra i più noti citiamo
l’anice, la sambuca, un liquore alla menta, al caffè, un fernet, un liquore
d’oro, uno delle antille, il limoncino, uno cherry brandy, un amaro barocco, un
vermouth rosso, ed altri.
Riccardo Pistilli si distingue per la sua figura di
industriale e per il suo ambizioso sogno, realizzato solo in parte, di
realizzare un complesso industriale, costituito dalla distilleria, dallo
stabilimento vinicolo e da un oleificio (non realizzato) che creassero un
circuito virtuoso che permettesse di rendere la distilleria autonoma da
forniture esterne di materia prima, sfruttando esclusivamente scarti e prodotti
degli altri due processi produttivi.
Parallelamente alla distillazione e in rapporto con essa in San
Cesario nascono numerosi liquorifici. Carmelo De Bonis aprirà negli anni
Quaranta il suo stabilimento in via Ferrovia, dopo aver esercitato la sua
attività in altre sedi.
Roberto Vergallo sarà uno dei più noti liquoristi del paese
(liquorificio in via IV Novembre).
Anche Nicola De Giorgi e poi il figlio Arturo si
specializzeranno nella produzione di liquori.
Il fallimento della distilleria di Riccardo e del figlio
Pierino Pistilli risale al 1980, probabilmente a causa di mancati pagamenti di
commesse.
Lo stabilimento De Giorgi è invece rimasto attivo fino al
1999.
Le distillerie di San Cesario erano di certo di piccole
dimensioni ma costituiscono un fenomeno originale e dinamico di
industrializzazione in un piccolo comune. Per certi versi si può parlare di
piccola imprenditoria esclusivamente legata ad una famiglia allargata che
sceglie questo settore d’investimento e che riesce però a conquistare un
mercato nazionale.
La Distilleria Nicola De Giorgi e il costituendo Museo
dell’alcol
Nicola De Giorgi svolse i primissimi anni di attività in un
piccolo locale nella piazza di San Cesario; nel 1906, si trasferì nell’edificio
di via Vittorio Emanuele III costruito nella seconda metà dell’Ottocento, che
viene considerato il primo nucleo della distilleria.
Nel 1915, De Giorgi acquistò un immobile attiguo alla
distilleria; egli aveva già comprato parte del terreno circostante nel 1913 e
probabilmente questi acquisti furono determinati dall’esigenza di trasformare
la piccola distilleria in un vero e proprio opificio industriale, più
funzionale e consono a rispondere all’incremento della domanda di mercato.
Lo stabilimento venne ampliato su progetto di Giovanbattista
Forcignanò, ed i lavori che diedero vita alla nuova distilleria si conclusero
tra il 1919 e il 1920.
Grazie a questi interventi ed all’acquisto di altro terreno
negli anni seguenti, l’opificio si presentava come un’importante struttura
compresa tra via Vittorio Emanuele III e via Ferrovia, arrivando ad occupare
l’intero isolato.
Proprio la vicinanza alla ferrovia fu un ulteriore vantaggio
per il trasporto dei fusti di alcol i quali potevano essere fatti rotolare sino
al vagone merci, rendendo così più agevole e veloce il trasporto sia della
materia prima che dei prodotti finiti.
A partire dalla metà degli anni Quaranta e sino ai primi
anni Cinquanta, furono realizzati importanti ampliamenti predisposto il nuovo
reparto per la lavorazione delle fecce e quindi acquistato un altro apparecchio
per la distillazione; vennero costruiti la falegnameria, l’officina di
manutenzione, il reparto di fermentazione, la sala per la caldaia a vapore, la
sala denaturazione e, infine, fu sopraelevata la torre di distillazione. Dopo
questi ampliamenti e modifiche, il complesso industriale aveva già assunto
l’aspetto che presenta ancora oggi. Esso era distribuito in due zone: una
destinata ad abitazione, uffici ed altre attività dello stabilimento, l’altra
alle numerose fasi del processo di produzione dell’alcol e alle varie attività
di manutenzione di tutti gli impianti.
Tali ampliamenti avvenivano conseguentemente alle
integrazioni di nuovi impianti: Il primo apparecchio di distillazione, tipo
Egrot, fu integrato con una colonna verticale tipo Giannazza – Egrot, per la
distillazione del vino e vinello.
Il 10 ottobre 1968 moriva Nicola De Giorgi e lo stabilimento
venne ereditato dal figlio Arturo che lo trasformò in “Arturo De Giorgi &
s.a.s.”. Questi, nel 1971, progettò l’ampliamento dell’azienda, con il fine di
produrre alcol per il consumo proprio e per venderlo a terzi. Infatti, l’anno
successivo fu acquistato un nuovo impianto per la distillazione delle vinacce;
inoltre furono necessarie opere di ristrutturazione sia per adeguare lo
stabilimento alle norme per la depurazione delle acque di scarico industriale,
sia per la necessità di ammodernare gli impianti. La distilleria De Giorgi
distillò fino al 1987.
Tratto da L’INDUSTRIA DELLA DISTILLAZIONE A SAN CESARIO DI
LECCE E IL COSTITUENDO MUSEO DELL’ALCOL di Antonio Monte*, Andrea Romano**,
Lorena Sambati*
* AIPAI – Sezione Regionale per la Puglia
**Assessore del Comune di San Cesario di Lecce

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